La locomotiva statunitense continua a marciare: la ripresa dell’economia è solida, l’inflazione non desta preoccupazione e il mercato del lavoro mostra segnali di miglioramento.
Questa la fotografia scattata dalla Federal Reserve nel Beige Book, il consueto rapporto sullo stato di salute dell’economia statunitense, che conferma quanto già rivelato dai dati di oggi sulla produzione industriale, schizzata a maggio ai massimi degli ultimi sei anni (+1,1%).
La Fed rimarca come da aprile scorso e nel primo scorcio di giugno l’espansione dell’economia abbia marciato sostenuta dall’”ampia base” della crescita dell’attività industriale e da una “modesta crescita del’inflazione”.
“L’attività manifatturiera – si legge nel Beige Book – si è intensificata in tutti i distretti del paese”, mentre “l’incremento dei prezzi al consumo è stato generalmente modesto”. Il rapporto rileva anche che la crescita dei salari è bassa ed esercita una scarsa pressione sulle aziende americane.
Riguardo alla dinamica dei prezzi, il Beige Book ribadisce quanto dichiarato ieri dal Presidente della Fed, Alan Greenspan. Davanti alla Commissione bancaria del Senato, il numero uno della Banca Centrale americana aveva sottolineato che l’ inflazione è sotto controllo e che il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed sarà “probabilmente contenuto”, confermando l’atteggiamento “misurato” nel percorso di rialzo del costo del denaro.
Proprio in vista dell’avvio del ciclo rialzista, oggi il presidente della Fed di Atlanta, Jack Guynn ha voluto rassicurare il mercato dichiarando che tassi più alti non rappresentano un “grande rischio” per l’economia.
Intanto arrivano nuovi segnali di ripresa dell’occupazione. La forte crescita dell’attività industriale, rileva il Beige Book, si accompagna ad una “accelerazione delle assunzioni”. “La crescita di posti di lavoro continua ad aumentare con un incremento delle assunzioni in molti distretti”. Una dinamica che sembra confermare il progressivo superamento della lunga fase di stallo che fino ad oggi ha rappresentato la vera anomalia dell’espansione dell’economia a stelle e strisce.
Una buona notizia per l’amministrazione Bush che, in un anno condizionato dalla campagna per le presidenziali, ha dovuto fare i conti con le molteplici critiche riguardo all’incapacità di rimettere in moto il mercato del lavoro.
E proprio la stentata ripresa dell’occupazione è stato uno dei fattori che ha condizionato la strategia della stessa Federal Reserve, inducendola a rinviare di volta in volta la stretta monetaria.