NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude la seduta in rialzo con gli indici che hanno registrato il balzo maggiore da un anno. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,64% a quota 16.994; il Nasdaq è cresciuto dell’1,90% a 4.469 punti, lo S&P 500 è salito dell’1,75% a 1.969 punti. Ad alimentare l’ottimismo dei mercati la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Fed, che hanno allontanato l’ipotesi di un possibile aumento dei tassi a breve.
Il petrolio ha terminato in rosso: i future con consegna a novembre hanno perso 1,54 dollari a 87,31 dollari al barile, ai minimi dal 17 aprile 2013. Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono misti con rendimenti al 2,33% per il benchmark decennale e al 3,07% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,2742 dollari mentre il biglietto verde guadagna terreno sullo yen a 108,15.
Dalle ultime minute della Fed, i verbali della riunione del Fomc dello scorso 16 e 17 settembre emerge una crescente per una crescita globale debole e per l’impatto del rafforzamento del dollaro sull’economia interna. In particolare si teme che la crescita deludente in Europa, Giappone e Cina possa frenare le esportazioni americane. Secondo la Fed, il rafforzamento del dollaro, che riduce il costo dei beni e dei servizi importati, potrebbe tenere l’inflazione al di sotto della soglia del 2%, considerata ottimale.
A proposito delle prossime mosse della Federal Reserve, il governatore della Fed di Chicago Charles Evans, ha detto oggi che alzare i tassi di interesse negli Stati Uniti nel breve periodo sarebbe un grosso errore da parte della Banca centrale americana. “Attendo il giorno in cui si potra’ tornare a una politica monetaria normale, ma quel momento non e’ ancora arrivato”, ha detto, spiegando di non essere a proprio agio “con le richieste di aumento del costo del denaro a breve giro” e di essere invece favorevole “a rimandare finche’ non ci sara’ sicurezza che lo slancio e’ sufficiente a raggiungere gli obiettivi fissati”.
Al via oggi la stagione degli utili, che sarà inaugurata come di consueto dal colosso dell’alluminio Alcoa.
Il sentiment resta negativo su base globale. Wall Street non è rimasta immune ai timori sullo stato di salute dell’economia mondiale che, uniti al calo dei prezzi del petrolio e alle preoccupazioni sugli effetti che un dollaro forte potrebbe avere sulla congiuntura Usa, hanno portato l’indice S&P 500 a riportare la peggiore performance pre-utili, dal 2009. Gli analisti lo S&P 500 sottolineano che il benchmark americano si sta avvicinando pericolosamente ai livelli chiave di supporto fissato a 1.926 punti. La restistenza è invece individuata a 1.978 punti.
Da segnalare infatti che, stando ai dati di Bloomberg, dall’inizio del mercato toro, lo S&P è salito l’80% delle volte nel mese precedente la pubblicazione degli utili aziendali, segnando in media un rialzo del 2,2%. Il trend peggiore è stato segnato nel mese iniziato l’8 giugno del 2009, quando ha perso -6,3%, seguito dal trend del mese appena trascorso, che ha visto l’indice cedere -3,3%.
Il listino ha chiuso ieri al minimo in due mesi, messo sotto pressione dalla decisione dell’Fmi di tagliare l’outlook sull’economia globale e dal forte calo della produzione industriale tedesca.
Focus anche sul trend dell’indice che rappresenta le società a piccola capitalizzazione, il Russell 2000, che ha perso -11% dal record testato a marzo.
Tra i titoli in evidenza oggi: Costco Wholesale ha chiuso il quarto trimestre con un utile netto per azione di 1,58 dollari, meglio degli 1,52 dollari attesi dagli analisti. Morgan Stanley ha tagliato il target price di Ford Motor a 14 da 16 dollari, confermando underweight.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,13% a $1,2651; dollaro/yen +0,27% a JPY 108,31; euro/franco svizzero +0,07% a CHF 1,2128; euro/yen +0,13% a JPY 137,05.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio continuano a essere sotto pressione e cedono -0,93% a $88,02 al barile, quotazioni oro +0,42% a $1.217,50.
All’inizio della giornata di contrattazioni i titoli di stato americani si attestano in ribasso, dopo gli aumenti precedenti e in vista dell’asta di bond decennali per un totale di 21 miliardi di dollari in programma per il pomeriggio americano. Si guarda inoltre alla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, che saranno pubblicati alle 20 italiane. I rendimenti, che si muovono in senso opposto ai prezzi, sono in aumento. I decennali, benchmark del settore, salgono al 2,362%