Federal Reserve deprime Wall Street: si va verso la fine del miraggio QE (acquisto bond)
NEW YORK (WSI) – Passata la sbornia per l’accordo sul fiscal cliff, a Wall Street tornano le prese di beneficio. A gelare gli entusiasmi ci ha pensato la Fed: i verbali dell’ultima riunione hanno messo in evidenza l’intenzione da parte di molti membri del Fomc, il braccio operativo della banca centrale, di mettere fine entro il 2013 al programma di acquisto di bond, il terzo round di quantitative easing attualmente da 85 miliardi di dollari al mese. A fine seduta, lo Standard&Poor’s 500 segna una flessione dello 0,23% a 1.459 punti, dopo che ieri l’indice si era attestato ai massimi da settembre. Scende dello 0,16% a 13.391 punti il Dow Jones mentre il Nasdaq subisce una perdita dello 0,36 a 3.101 punti.
A preoccupare il mercato è anche l’effetto che l’intesa sul fiscal cliff avrà sull’economia in vista delle due scadenze cruciali che arriveranno fra la fine di febbraio e il primo marzo, ovvero l’aumento del tetto del debito e le decisioni che dovranno essere prese sui tagli alla spesa.
E’ su questi due punti che è focalizzata l’attenzione delle agenzie di rating che, pur promuovendo l’accordo ritengono che faccia poco o nulla per i conti. Se da un lato appare improbabile un nuovo downgrade da parte di Standard & Poor’s, che ha tagliato il rating americano nel 2011 proprio dopo le trattative sull’aumento del tetto del debito, non è da escludere un taglio da parte di Moody’s e Fitch.
Focus anche sull’indice della fiducia stilato da Bloomberg, che nella settimana terminata il 30 dicembre, si è attestato a -31,8 punti, al valore massimo da aprile. Nell’intero 2012, il dato è salito +12,9 punti, registrando la migliore performance su base annua dal 1998. Passate le 17 ora italiana, il Dow Jones scende -0,17% a 13.390,40 punti, S&P 500 -0,09% a 1.461,09; Nasdaq -0,10% a 3.109,29.
A fronte delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione – che sono salite +10.000 a 372.000, più delle attese – il rapporto ADP ha messo in evidenza una creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato +215.000 unità , decisamente meglio delle attese.
Grande trepidazione per il rapporto sull’occupazione di dicembre, che sarà reso noto nella giornata di domani e che, secondo le stime degli analisti di Bloomberg, metterà in evidenza una creazione di nuovi posti di lavoro +150.000 unità , e un tasso di disoccupazione al 7,7%, al minimo dal dicembre del 2008.
Il sentiment rimane improntato però alla cautela, e l’arrivo di prese di profitto appare come fisiologico, considerato il forte rally della prima seduta del 2013, che ha visto il Dow Jones balzare +308 punti e il Nasdaq incamerare un guadagno +3,07%, sulla scia dell’accordo sul
fiscal cliff, ovvero il precipizio fiscale. In particolare lo S&P 500 è balzato alla vigilia +2,5%, registrando il guadagno più forte dal dicembre del 2011.
Rimane lo scetticismo di fondo sulla capacità degli Stati Uniti di agire concretamente per ripianare il debito. Lo stesso Fondo monetario internazionale ha lanciato un avvertimento sul compromesso raggiunto, affermando che resta ancora molto da fare” per garantire la salute a lungo termine dei conti pubblici degli Stati Uniti. E il professore della New York University Nouriel Roubini non ha risparmiato critiche alla leadership americana, dicendosi deluso, e non escludendo una nuova crisi. Anche le agenzie di rating Moody’s e S&P hanno poi messo in guardia gli Stati Uniti.
D’altronde, il Congresso potrebbe trovarsi costretto ad approvare già alla metà di febbraio l’aumento del tetto sul debito, con i repubblicani che avrebbero intenzione di portare il presidente Barack Obama ad accettare tagli di finanziamenti ad alcuni programmi sociali, come il Medicare. Altre pesanti difficoltà si potrebbero presentare agli inizi di marzo, quando il Congresso dovrà agire per far fronte ai tagli automatici alla spesa per un valore di $110 miliardi: tagli rimandati di due mesi, che erano previsti per il primo gennaio.
Tra le storie societarie: Family Dollar Stores in calo -13% dopo le stime sui risultati del secondo trimestre, che hanno deluso le attese. Il calo della catena di negozi discount è il più forte nello S&P 500. Finanziari sotto pressione: Goldman Sachs -0,71%, Morgan Stanley -0,97%, Bank of America -0,42%, bene invece Citigroup +0,15%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,59% a $1,3106; dollaro/yen -0,52% a JPY 86,89; euro/yen -1,12% a JPY 113,86.
Sul fronte delle commodities, commodities, i futures, i futures sul petrolio in calo -0,21% a $92,92 il barile, mentre quotazioni oro -0,52% a $1.680 l’oncia. In rialzo all’1,852% i tassi decennali sui Treasuries Usa.
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