Feltrin (FederlegnoArredo): “Più si prolunga la crisi in Ucraina, più rischiamo una crisi del settore del legno”
Una crisi nel settore del legno? “Potrebbe essere, se la situazione attuale di crisi in Ucraina e di aumento dei prezzi delle materie prime dovesse protrarsi per parecchi mesi”. E’ l’avvertimento lanciato da Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, che Wall Street Italia ha intervistato nell’ambito della rubrica Allarme Italia.
La crisi del legno
Il settore del legno peraltro è reduce da una situazione pregressa di aumento dei prezzi del 2021 a causa di una domanda molto importante del mercato. “Si sperava all’inizio dell’anno di tornare a una situazione di maggiore normalità e di rallentamento dei prezzi. La crisi in Ucraina invece ha peggiorato questa situazione, portando a ulteriori aumenti nel prezzo delle materie prime e a un azzeramento della materia prima legnosa. Purtroppo questa crisi è arrivata all’improvviso. Abbiamo raschiato il barile dei nostri magazzini in tutti i sensi. Ora si va un po’ a singhiozzo in alcuni settori, ma non si può andare avanti all’infinito. Ci auguriamo che nell’arco di 1-2 mesi la crisi in Ucraina migliori, altrimenti per noi la situazione diventerebbe molto preoccupante”, ha sottolineato Feltrin. Che racconta: “Le aziende del settore stanno cercando materiali adatti a poter essere usati nelle produzioni. Sono disponibili a pagare dei prezzi ancora più elevati di prima. Ma siamo alla fine della possibilità di reperimento di materie prime a qualsiasi prezzo, anche perché si stanno esaurendo tutte le scorte. Le nostre aziende hanno portafogli ordini molto importanti, ma non riescono a effettuare le consegne necessarie. Ma anche altri materiali scarseggiano: ferro, alluminio, plastiche ecc. E’ tutta una catena che si sta inceppando“.
Una situazione gravida di conseguenze esplosive per l’intera filiera del legno: le aziende costruttrici di pannelli (utilizzati per la costruzione dei mobili), imballi in legno, tetti in legno, porte, parquet, finestre e altre parti di arredo che utilizzano il legno. Ciò sortirebbe un “effetto domino molto preoccupante“, afferma il presidente di Federlegno Arredo, che infatti sta lavorando con il governo a dei tavoli di crisi, in cui evidenziare situazioni e possibili soluzioni.
Le possibili soluzioni alla crisi del legno
Una di esse potrebbe consistere nell’istituzione da parte dello Stato Italiano di una centrale di acquisto dei materiali, in modo da raccogliere tutte le richieste di legno e convogliarle in aree geografiche da cui solitamente non si acquista la materia prima, che resta difficile da trovare.
Un’altra strada è la ricerca di materiali alternativi. “L’80% circa del legno e compensato di betulla è prodotto in Russia. Potrebbe essere sostituito con materiale simile, ad esempio il nostro pioppo, che però già prima della crisi non era sufficiente a soddisfare la domanda interna. Affinché possa sostituire la betulla, occorrono dei macchinari adatti alla sua lavorazione. Poi bisogna effettuare delle prove tecniche di collaudo. Le possibili alternative quindi ci sono, ma non sono applicabili nell’immediato”, spiega Feltrin. Nel frattempo, le aziende possono sospendere la produzione in attesa di reperire il materiale e chiedere in via straordinaria l’utilizzo della cassa integrazione.
Una boccata di ossigeno al settore potrebbe arrivare dal Salone del Mobile, in programma a Milano dal 7 al 12 giugno 2022. “Il Salone del Mobile è una vetrina eccezionale e irrinunciabile, uno strumento insostituibile in questa situazione così difficile. Immaginiamo quelle aziende che lavorano con mercati che si sono chiusi improvvisamente, come il mercato russo e ucraino. Queste impresee devono cercare altri mercati con un gusto simile, molto ricercato e prezioso. Il Salone del Mobile offre la possibilità di accedere a mercati alternativi, oltre che di rafforzare la loro presenza, ad esempio in India e nei paesi arabi”.