NEW YORK (WSI) – Grazie all’ultimo round di finanziamenti, l’App di taxi privati Uber Technologies raggiungerà un valore di mercato di 35-40 miliardi di dollari.
Tra i nuovi investitori, riferisce Bloomberg, figura anche il gruppo T. Rowe Price. Tra i nomi già fatti ci sono i rappresentanti di Fidelity Investments. Nel nuovo giro di fondi, Uber aggiungerà $1 miliardo al suo ammontare di partenza.
I termini e gli investitori potrebbero ancora cambiare ma la cifra di almeno 35 miliardi è sicura, e 40 miliardi sono alla portata. T. Rowe, per esempio, ha già preso in considerazione l’ipotesi di investire nel servizio di taxi per poi ritirarsi all’ultimo momento. Potreebbe succedere anche.
I portavoce di T. Rowe e Fidelity hanno preferito non rilasciare commenti.
Se Uber porta a termine l’ultimo giro di finanziamenti in ordine di tempo, il valore di $35-40 miliardi risulterebbe pari al doppio dei 17 miliardi registrati al termine del round di fondi raccolti in giugno, un livello che era già un record per una startup tecnologica in Usa per lo meno in termini di round di investimenti diretti.
Se paragonata a gruppi di simili fattezze ed “età”, Uber è in testa nella classifica delle startup migliori in America, tra cui Dropbox e AirBnB, che hanno un valore di almeno 11 cifre.
La capitalizzione di Uber sarà 1,5 volte pari al popolare servizio di microblogging Twitter e allo stesso livello di colossi come Salesforce.com, Delta Airlines e Kraft Foods.
Per fare un confronto nel settore dove opera, rispetto alla concorrente Hertz, società di noleggio auto, Uber avrà una capitalizzazione di mercato di oltre il triplo più grande (35-40 contro 11,3 miliardi).
Il successo di Uber deriva dal fatto che con un’auto in buone condizioni e una patente valida da almeno 10 anni, chiunque può diventare un tassista ‘privato’. Basta registrarsi sul sito. Grazie a un sistema di geolocalizzazione, Uber consente di mettere il tassita in contatto con i potenziali clienti che si trovano nell’area.
Con il successo sono arrivate anche le polemiche. In Germania l’App è stata vietata dalle autorità politiche, per concorrenza sleale. I tassisti in tutto il mondo, anche in Italia, sono scesi in strada per protestare. E nell’ultima settimana anche negli Stati Uniti, il paese da cui viene il gruppo californiano, sono piovute diverse critiche a Uber.
Il gruppo deve stare attento ai danni di immagine e alle eventuali cause legali che gli ultimi scandali potrebbero portare. A far scattare le polemiche in Usa è stato un articolo di Ben Smith su Buzzfeed, in cui il vice presidente di Uber viene citato per una frase pronunciata durante una cena in cui era stato invitato insieme ad altri giornalisti.
Pare che Emil Michael abbia detto di voler “fare venire fuori qualcosa di marcio” nei confronti di un giornalista che aveva parlato male dell’azienda. Uber è criticata per tenere un database in cui sono raccolte informazioni su ciascun utente – cliente e tassista – a cui ogni dipendente della startup può accedere, nonché per non prendere seriamente le accuse di violenza rivolte al proprio parco di autisti.
Un cliente può esprimere un giudizio sul tassista una volta finito il tragitto. Uno dei grandi vantaggi di Uber, oltre all’ampiezza di utenza e la facilità di utilizzo, è che costa in alcuni casi la metà di un viaggio in taxi normale.
(DaC)