MILANO (WSI) – E alla fine le Fiamme Gialle arrivarono alla Banca Popolare di Vicenza, nella sede centrale in via Framarin. A ordinare la perquisizione la procura vicentina in merito all’inchiesta sulla gestione della banca o meglio la mala gestione di Zonin e soci, affidate agli specialisti del Nucleo valutario guidati dal generale Giuseppe Bottillo e quelli del Tributario coordinati dal colonnello Fabio Dametto
Come riporta un articolo de Il Corriere della Sera, i finanzieri hanno raccolto tutta la documentazione relativa ai finanziamenti concessi tra il 2012 e il 2014, a migliaia di persone con l’intento di far loro acquistare le azioni della banca, prestiti indicati come illeciti visto che il valore della Popolare vicentina era stato “alterato”. Sono stati 1277 in totale per un valore totale di 1 miliardo di euro.
“Gli aumenti di capitale del 2013 e del 2014 sono stati portati a termine adottando un approccio non in linea con le normative Mifid, poiché la Bpvi non ha stilato il profilo di rischio completo dei clienti attraverso i test prescritti oppure li ha alterati a suo vantaggio”.
Da qui la richiesta circa un anno fa della Procura alla stessa banca di consegnare l’elenco dei soci e oggi la perquisizione delle Fiamme gialle con lo scopo di raccogliere tutta la documentazione possibile e inimmaginabile. Nel mandato si legge:
“La Banca è indagata per responsabilità amministrativa per fatti penali dei suoi dirigenti perché rispetto ai reati contestati evidenziava un modello organizzativo e di controllo inadeguato o di fatto inattuato”.
E dalle indagini sono emersi anche i fondi concessi al Gruppo che fa capo all’imprenditore Alfio Marchini, candidato sindaco a Roma per il centrodestra, al gruppo Fusillo e al gruppo Degennaro.
Nei dettagli Marchini ha ottenuto a fine 2014 76,2 milioni di euro, 10,3 ai fratelli Fusillo e 27.75 ai Degennaro. Per tutte le operazioni di investimento in titoli di debito – come scrive la procura – “sarebbe stata necessaria l’approvazione del Cda, seguendo l’iter ordinario previsto per gli acquisti di partecipazioni”.
Ex vertici nell’occhio del ciclone
Dito puntato contro i manager della vecchia gestione finiti nel registro degli indagati, dal presidente Giovanni Zonin, ai consiglieri di amministrazione Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena, fino al direttore generale Samuele Sorato e ai due vice Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.
Così Il Giornale di Vicenza:
“Secondo le prime informazioni, i militari stanno raccogliendo tutta la documentazione relativa ai finanziamenti “baciati” che tra il 2012 e il 2014 sono stati concessi dall’istituto a migliaia di persone con l’obiettivo di far loro acquistare azioni della banca. Prestiti che oggi sono considerati illeciti perché alterano l’effettivo valore dell’istituto. Nei giorni scorsi un magistrato veneziano ha emesso una prima ordinanza che annulla l’obbligo di un azionista a restituire il prestito concesso con quelle modalità e quelle finalità. I risparmiatori e gli investitori che negli ultimi tre anni hanno acquistato azioni della Popolare usufruendo di un finanziamento della stessa banca sono stati 1.277, per un valore totale di un miliardo di euro. L’elenco di questi soci e le relative posizioni erano già state consegnate dalla Banca alla Procura di Vicenza circa un anno fa. Oggi la Finanza si è presentata per raccogliere ulteriori dettagli.
Esprime piena soddisfazione per le perquisizioni eseguite oggi dalla Guardia di Finanza presso la sede centrale della Banca Popolare di Vicenza il Condacons, parlando di “un passo importante verso la verità e consentiranno di fare luce sulla gestione della banca”.
“In attesa che i documenti sequestrati oggi siano analizzati dalla magistratura, riteniamo indispensabile procedere a sequestro cautelativo dei beni della banca. Ciò a garanzia dei risarcimenti in favore dei risparmiatori dell’istituto vicentino, perché se emergeranno illeciti relativi al piazzamento delle azioni al pubblico, gli investitori potranno ottenere il rimborso integrale dei propri investimenti”.
L’AD della banca Francesco Iorio ha affermato in una nota che “la banca è la prima ad essere interessata a fare chiarezza sul passato” e, nel confermare la propria piena collaborazione e fiducia nell’operato della magistratura, Iorio ha ribadito “il proprio impegno incondizionato a ristabilire quel clima di rinnovata trasparenza e fiducia necessario per proseguire nel rilancio della banca, a beneficio dei suoi clienti, azionisti, dipendenti e dei territori in cui la banca opera”.