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Fiat, Chrysler rinvia l’ingresso in Borsa al primo trimestre 2014

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TORINO (WSI) – Con un annuncio a sorpresa, il cda di Chrysler rinvia al primo trimestre 2014 la quotazione in Borsa. La mossa si presta a diverse letture ma, in ogni caso, rinvia il momento della verità sull’acquisto del cento per cento di Detroit da parte del Lingotto. Per questo la Borsa, che nei giorni scorsi aveva fatto salire il titolo sull’ipotesi di una chiusura entro Natale, punisce Torino con un -3,55 per cento in chiusura.

Nel comunicato diffuso ieri il board di Auburn Hill «ha ritenuto non fattibile il lancio e il completamento di un’offerta pubblica prima della fine del 2013». Lo stesso consiglio di amministrazione «si attende che Chrysler continui a lavorare per compiere i passi necessari a consentire il lancio di un’offerta nel primo trimestre 2014».

Il motivo del rinvio, secondo i rumors riportati da Bloomberg, sarebbe in una difficoltà nella consegna della documentazione richiesta dalla Sec. Questo problema avrebbe impedito di lanciare l’Ipo nel periodo compreso tra il 28 novembre e il 12 dicembre, ultima finestra utile per presentare offerte a Wall Street. Il rinvio, secondo altre interpretazioni, finirebbe comunque per dare più tempo alla trattativa diretta tra Marchionne e il fondo Veba che detiene il 41,5 per cento delle azioni Chrysler.

Per stringere quella trattativa sarà utile conoscere la valutazione ufficiale data dalle banche sul valore della società. Secondo indiscrezioni dei giorni scorsi, quel valore dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi di dollari, cifra vicina alle valutazioni di Marchionne. Tanto vicina che il fondo Veba potrebbe essere tentato dall’idea di andare comunque in Borsa sperando che acquirenti con fini speculativi facciano salire il prezzo di un titolo che sarebbe comunque ricercato da Fiat.

Una trattativa è partita anche a Torino, quella per il rinnovo del contratto specifico del gruppo che scadrà al 31 dicembre prossimo. I sindacati si sono presentati divisi al tavolo: l’azienda ha ricevuto in mattinata la Fiom e nel pomeriggio i sindacati firmatari degli accordi precedenti. L’incontro con Landini e la delegazione della Cgil è il primo dopo tre anni di interruzione delle relazioni. «E’ stato un incontro utile – ha detto il leader della Fiom nel quale abbiamo presentato alla Fiat le nostre richieste che discuteremo nelle prossime settimane nelle assemblee di fabbrica». Tra le proposte avanzate, quella di sostituire la cassa integrazione con i contratti di solidarietà.

La Fiom ha anche chiesto di poter partecipare alla trattativa insieme agli altri sindacati. Ipotesi che questi ultimi hanno fermamente respinto. Molto duro il segretario della Fim, Giuseppe Farina: «Quello della Fiom è un delirio di onnipotenza». Secondo i sindacati firmatari (oltre alla Fim, la Uilm, il Fismic, i Quadri e l’Ugl) la Fiom si può sedere al tavolo di trattativa solo se firma gli accordi che ha sempre giudicato inaccettabili.

Nel merito l’azienda ha proposto il pagamento di una cifra compresa tra i 320 e i 580 euro ai dipendenti che guadagnano meno di 40 mila euro. «La somma – spiega per la Fim Ferdinando Uliano deriva dalla detassazione dei premi». Fiat e sindacati si incontreranno di nuovo il 4 dicembre.