Oggi, 24 gennaio 2023, ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa di Gianni Agnelli, una personalità di spicco non soltanto nella scena industriale italiana, grazie ai ruoli ricoperti in Fiat (oggi FCA), ma anche nella politica italiana, dove è stato nominato senatore a vita nel 1991, e in ambito sportivo come presidente e poi presidente onorario della Juventus.
La storia e l’evoluzione della Fiat dopo la morte di Gianni Agnelli
Gianni Agnelli è stato un uomo d’affari visionario, che ha saputo guidare la Fiat verso una nuova e difficile fase di trasformazione industriale. Nel 2000 ha firmato l’alleanza tra il Gruppo Fiat e General Motors, che si sarebbe conclusa cinque anni più tardi, facendo salire alla ribalta altre due personalità-chiave.
La prima di queste è Sergio Marchionne, il manager che ha condotto la separazione dal colosso di Detroit e ha firmato l’importante fusione con Chrysler, dando vita a FCA e ponendo le basi per ulteriori alleanze che si sarebbero concretizzate nel 2020, con la fusione con la francese PSA e la nascita del gigante Stellantis, quarto gruppo automobilistico mondiale.
La seconda personalità-chiave è John Elkann, primogenito della figlia di Gianni e Marella Agnelli, Margherita Agnelli, e del giornalista italoamericano di origine francese Alain Elkann. Divenuto alla scomparsa di Giovanni Agnelli, il nuovo erede designato della dinastia, è stato nominato presidente e poi ceo di IFIL/Exor nel 2008, e nel 2014 è diventato presidente di Fiat, poi di FCA e infine di Stellantis, oltre che di Ferrari e del gruppo editoriale GEDI.
Con questo doppio passaggio, Fiat ha perso progressivamente il suo status di azienda per diventare un semplice marchio automobilistico, parte di un gruppo che ne conta una ventina in tutto, compresi quelli d’oltreoceano, con equilibri non sempre facili. Tuttavia, si tratta di uno sviluppo di cui lo stesso Gianni Agnelli era ben consapevole, essendo stato, proprio lui tra i primi a profetizzare per il mondo dell’auto un futuro fatto di alleanze, acquisizioni e accorpamenti, che avrebbe portato a uno scenario dominato da pochi colossi internazionali destinati a darsi battaglia in un mercato globalizzato.
Non sapremo mai, invece, se avesse immaginato anche l’inversione di tendenza dell’industria, la corsa alla sostenibilità e alla riduzione dei volumi produttivi e l’ultima transizione verso l’elettrico, che impegna il settore vent’anni dopo la sua scomparsa. Tuttavia, è certo che avrebbe inquadrato il tutto in una delle sue tipiche frasi, destinate a fare storia.
In un’epoca in cui la sostenibilità e l’innovazione sono all’ordine del giorno, non possiamo non riconoscere l’importanza del contributo di Gianni Agnelli alla trasformazione dell’industria automobilistica italiana. La sua visione lungimirante ha permesso alla Fiat di adattarsi alle sfide del mercato globale e di diventare un attore importante a livello internazionale.
La sua eredità vive ancora oggi nei successi dell’azienda e nei suoi leader, come Marchionne e Elkann, che hanno continuato a guidare l’azienda verso nuove alleanze e fusioni, consolidando la posizione della Fiat come uno dei principali operatori mondiali dell’automotive.