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Fiat: non solo UK per tasse più basse. Va anche in Olanda

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ROMA (WSI) – Contrordine: non è il fisco la ragione per cui la Fiat lascia l’Italia. Non è l’aliquota del 20% che si paga a Londra (contro il 36% a Roma) lo specchietto che ha attratto Marchionne. Lo afferma una nota piuttosto risentita arrivata nel pomeriggio da Torino. «Si tratta di valutazioni completamente false».

Solo un gioco degli specchi? «Bisognerebbe infatti ricordare che da molti anni CNH Global NV è collocata in Olanda. In Italia invece, come negli altri paesi, hanno sede le società nazionali che svolgono attività in ogni singola nazione e che pagano le tasse». Il fisco non subirà nessun danno: «L’affermazione che l’Italia perderebbe più di 500 milioni di tasse è assolutamente falsa».

La cifra deriva dal consolidamento delle tasse di ogni singola azienda del Gruppo in conformità con le leggi locali: «Il 46% è di competenza delle società in Nord America, l’11% di quelle in America Latina, il 27% in Europa, di cui solo il 5% di quelle in Italia». La DutchCo, che deriverà dalla fusione, ha scelto «il domicilio fiscale in conformità con le normative vigenti ed ha richiesto il parere delle autorità competenti dei Paesi Bassi e del Regno Unito. Si atterrà alle loro decisioni».

E allora se non sono fiscali (o non solo) le ragioni del trasferimento perchè farlo? La spiegazione si trova più avanti: «Dopo aver esaminato i vari trattati contro la doppia imposizione, il gruppo ritiene che il Regno Unito metterà gli azionisti della nuova società sullo stesso livello dei concorrenti». Non c’è solo il fisco quindi.

Perchè se la sede operativa sarà in Inghilterra quella legale andrà ad Amsterdam. Una distinzione importante. L’Olanda ha introdotto il voto doppio, per cui il 30% del capitale Fiat nelle mani della famiglia Agnelli conta per il 60%. Il privilegio sopravvive anche a un’offerta pubblica d’acquisto.

Insomma, la società, trasferendosi in Olanda, smette di essere scalabile. Senza contare che eventuali acquisizioni potranno essere fatte scambiando azioni. Il privilegio del voto doppio infatti resta a vantaggio dei soci storici. Non sarà un aiuto di Stato ma un vero e proprio «legal dumping».

L’Olanda offre alle famiglie imprenditoriali il modo per diluirsi senza allentare il controllo. Logico che anziché restarsene nei mercati dove le azioni si contano, preferiscono emigrare nei mercati dove le azioni “si pesano”, come diceva Enrico Cuccia a proposito del capitalismo italiano di cui era il centro di gravitazione.

Quindi il gruppo Fiat colloca dove più gli conviene gli ambiti di rilevanza strategica: le produzioni, dove il lavoro costa meno; il domicilio fiscale, dove si pagano meno tasse; la sede societaria, dove le azioni di chi comanda contano di più. Nota a margine.

La scelta della Fiat di eleggere a propria sede fiscale Londra non scandalizza l’ex premier Mario Monti che nel corso di Porta a Porta afferma: «Una grande azienda ha il diritto e il dovere di cercare le condizioni più favorevoli». Prima tartassa e poi giustifica.

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