NEW YORK (WSI) – Moody’s mette sotto osservazione il rating “BA3” di Fiat per un possibile downgrade. Lo afferma Moody’s in una nota, sottolineando che la decisione segue l’accordo raggiunto con Veba per Chrysler. “L’annunciata acquisizione – spiega Moody’s – indebolirerà materialmente la posizione di liquidità di Fiat in un momento in cui la società ha ancora un free cash flow negativo”.
Per capire, leggi:
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La Fiat stessa ha dato l’annuncio, dalla sua pagina web:
“Moody’s Investors Service ha comunicato oggi di aver messo il rating a lungo termine di Fiat S.p.A. (Ba3) ed il rating sulle obbligazioni emesse da Fiat Finance and Trade Ltd, S.A. e da Fiat Finance North America, Inc. (B1) sotto osservazione per possibile downgrade”.
Le decisioni adottate da Moody’s riguardano complessivamente circa 11,7 miliardi di euro di debito emesso.
I bond con il rating Ba3 (che per S&P corrisponde a BB-) sono di solito considerati “speculativi” per natura, sono classificati nella categoria junk (spazzatura) e sono l’opposto di un titolo obbligazionario serio su cui investitori e fondi comuni puntano a lungo termine, in quanto chi acquista un bond Ba3 (che Moddy’s per Fiat minaccia di declassare ulteriormente) non ha il profilo di chi vuole evitare i rischi di perdere l’intero capitale o una buona parte di esso. Nonsotante siano junk bonds, ci sono titoli spazzatura che sono pegiori di questi, quindi non e’ il gradino piu’ basso, per intenderci (cioe’ al peggio non c’e’ quasi mai fine). La tacca sotto Ba3 e’ B1/B+.
“Mettiamo sotto osservazione il rating Fiat per un downgrade perché l’annunciata acquisizione” di Chrysler “indebolirà materialmente la posizione di liquidità di Fiat in un momento in cui la società ha ancora un free cash flow negativo” afferma Falk Frey, analista di Moody’s per Fiat. “Detto questo prevediamo che il cash che resterà nel bilancio Fiat, la generazione di cash flow operativo e le linee di credito non usate dovrebbero essere sufficienti a Fiat per centrare le anticipate necessità di cash del 2014”.
Insomma, l’ingegneria finanziaria del genio Sergio Marchionne, non convioce gli analisti dell’agenzia di rating Moody’s.
[ARTICLEIMAGE] Nonostante l’operazione Chrysler faciliti l’ulteriore integrazione tra Fiat e la casa auto n.3 di Detroit sul fronte operativo e finanziario, Moody’s nota senza tanti giri di parole che “a questo stadio Fiat non ha ancora deciso sulla forma legale della sua futura entita’ messa insieme, a seguito del 100% di proprieta’ di Chrysler posseduta da Fiat North America LLC”, che e’ una sussidiaria “indiretta” interamente controllata da Fiat S.p.A..
Ed ecco il passaggio cruciale del comunicato di Moody’s che dovrebbe essere analizzato attentamente da investitori, fondi, SGR, sindacati e politici (quasi tutti parlano per luoghi comuni, soprattutto i capataz sindacali):
“… Moody’s e’ cauta sul fatto che, nonostante i risultati finanziari consolidati di Fiat, che beneficia dell’attuale buona performance di Chrysler, i detentori di bond Fiat non saranno in grado di avere pieno accesso al cash sui bilanci di Chrysler e al relativo cash flow che genera, eccettuati pagamenti irreggimentati dall’accordo creditizio e dala documentazione relativa ai bond di Chrysler”.
L’agenzia di rating spiega che:
“nell’ambito dei limiti dell’accordo esistente, i dividendi sono limitati al 50% del paniere dei profitti netti, mentre i prestiti intra-aziendali a Fiat sono fattibili con la sola limitazione che deveno essere effettuati a breve”.
Per questi motivi Moody’s dichiara di voler mantenere – per il momento – bilancia consolidati separati per Chrysler e Fiat. In ogni caso – si legge nel comuicato – “e’ probabile che le due societa’ nel orso del tempo si fonderanno nell’ipotesi che le operazioni di finanziamento delle due entita’ convergano”.