Il 2022 è stato un anno record per Fineco Bank, che proporrà un dividendo di 49 centesimi per azione, con lo stacco previsto per maggio. La società ha chiuso l’anno con una raccolta netta di 10,3 miliardi di euro, di cui 3,6 miliardi gestiti. La tendenza prosegue nel gennaio 2023, che vede una raccolta solida a 746 milioni, di cui 701 milioni gestiti.
Fineco si attende aumento di raccolta gestita di 5 miliardi, di cui 4,5 miliardi tramite Fineco Asset Management (FAM), la fabbrica prodotti del Gruppo Fineco. Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale di FinecoBank, ha commentato ieri in conferenza stampa:
“E’ in atto una spinta al cambiamento, trainata da un nuovo approccio dei risparmiatori verso il mercato e da un rialzo dei tassi. Fineco può trarre vantaggio da entrambe queste spinte. Nonostante il calo dei mercati, non abbiamo visto vendite massicce sui mercati, come accadeva in passato. Al contrario, vediamo un maggior interesse verso gli investimenti, per cui è uno stimolo per Fineco Bank”.
L’inflazione non ha avuto un grande impatto sui clienti di Fineco, la cui propensione a investire resta alta, tant’è che in alcune regioni la raccolta netta è cresciuta, in particolare in centro Italia.
La rete di Fineco conta 2.918 consulenti, cui dovrebbero aggiungersene altri 100-150 quest’anno. Una rete che ha la maggiore percentuale di giovani: 13,5% del totale. In proposito, ricordiamo che nei giorni scorsi Fineco ha annunciato il “Progetto Giovani”, sempre nell’ottica di favorire il ricambio generazionale.
Il ruolo di FAM
La raccolta di FAM sta incrementando sia le masse gestite, sia le soluzioni d’investimento: ad oggi sono oltre il 30% di quelle offerte da Fineco. Sono particolarmente apprezzate le soluzioni protette di Fineco Asset Management. “Una fabbrica di prodotti interni permette di disegnare un’offerta più flessibile e coerente con richieste dei clienti. Non sarei sorpreso di vedere altre iniziative che vadano in questa direzione”, chiosa Foti.
Attualmente vi è una grande attenzione di clienti e regolatori sull’ESG. “In tal senso, è fondamentale fabbrica interna di prodotti, da cui possiamo vedere in tempo reale la composizione dei fondi e fare delle verifiche granulari. E’ un tema che sta impegnando molto Fineco, in particolare la sua società irlandese”, precisa il ceo di Fineco.
La società ha rafforzato il ponte tra investimenti e brokeraggio e persegue una politica di fair pricing, che esclude le performance fee.
L’internazionalizzazione di Fineco
In UK, Fineco una ha configurazione provvisoria post-Brexit. In futuro, intende creare una controllata snella in Gran Bretagna, dove i ricavi in crescita grazie alla qualità della base clienti. La società entrerà a fine anno in Germania, dove non costituirà una rete di consulenti finanziari, ma si concentrerà su asset class rilevanti per il mercato tedesco: Etf, Cfd e certificati. Seguirà l’ingresso di Fineco in Francia e Spagna. “Qualunque cosa faremo all’estero, sarà residuale rispetto all’Italia, dove siamo già molto grandi e ci aspettiamo di crescere molto con crescita organica, non per acquisizioni”, ha evidenziato Foti.
Per quanto concerne i private asset, Fineco ha un approccio molto prudente e conservativo perché possono essere proposti solo a clienti molto facoltosi, devono rappresentare una porzione limitata del patrimonio e spiegare in cosa consistono questi prodotti. “I numeri potenziali sono modesti, salvo scivolare nel mis-selling con il cliente. Inoltre è necessaria prudenza in questo periodo, come dimostrano le divergenze rilevanti tra multipli in mercati privati e mercati quotati, a favore dei primi: è evidente che qualcuno si sbaglia”, ammonisce il ceo di Fineco.
Che sulla proposta europea di un possibile stop alle retrocessioni, ha concluso: “E’ bene chiarire che non si tratta di qualcosa che arriverà domattina, ma c’è una spinta forte in quella direzione. Fineco adesso ha circa 24 miliardi di euro su 52 miliardi circa, su cui i clienti pagano una commissione di consulenza. La società ha introdotto dei servizi di consulenza nel 2008, per cui la sua rete è abituata a chiedere una commissione e anche i suoi clienti abituati a pagarla. Noi siamo l’operatore meglio posizionato sul mercato italiano.
Il principale impatto in caso di introduzione di divieto sarà un grosso aumento della trasparenza sul mercato. Un concetto su cui si basa Fineco, per cui per noi sarà un grande vantaggio il fatto che mondo si muova nella posizione in cui siamo”.