Avevano cercato di “creare l’impressione di un lavoro attivo” attraverso la “simulazione di un’attività alla tastiera” e così sono stati licenziati. E’ successo ad alcuni dipendenti di Wells Fargo che lavoravano nelle divisioni di investimento e di gestione patrimoniale della banca negli Stati Uniti.
E’ stato Bloomberg a riferire per la prima volta che, secondo quanto comunicato dalla banca alla Financial Industry Regulatory Authority, i lavoratori – tutti appartenenti all’unità di gestione dei patrimoni e degli investimenti dell’azienda – sono stati “licenziati dopo aver esaminato le accuse che coinvolgevano la simulazione di attività sulla tastiera creando l’impressione di un lavoro attivo”.
“Wells Fargo ritiene che i dipendenti debbano rispettare gli standard più elevati e non tollera comportamenti non etici”, ha dichiarato un portavoce a FOX Business. Al momento non è chiaro se i dipendenti siano stati licenziati per aver presumibilmente finto di lavorare da casa.
Banchieri licenziati: terremoto alla Wells Fargo
Non è chiaro se gli ex dipendenti stessero usando i cosiddetti mouse jigger, che alcuni lavoratori usano per mantenere attivo il loro stato di chat e impedire che i computer vadano in stand by.
In ogni caso, la notizia dei licenziamenti ricorda come continua il braccio di ferro su chi è favorevole e chi meno allo smart working. Le grandi banche statunitensi sono tra i datori di lavoro più severi quando si tratta di richiamare i lavoratori in ufficio.
Wells Fargo sul suo sito web sostiene che molti dei suoi lavoratori sono idonei a svolgere ruoli ibridi. Ma questa flessibilità è stata più difficile da ottenere nel mondo della finanza, dato che le aziende di Wall Street continuano a spingere i lavoratori a tornare in ufficio. In un sondaggio dello scorso anno, tuttavia, due terzi dei dirigenti delle società di servizi finanziari statunitensi hanno dichiarato che avrebbero preferito licenziarsi piuttosto che andare in ufficio cinque giorni alla settimana.