ROMA (WSI) – Certo che ormai la credibilità di Piazza Affari rischia di essere fatta a pezzi. E molto probabilmente, agli occhi dei piccoli risparmiatori e della gente comune, è già così. Ci si può azzardare a dire, infatti, che ormai non passa giorno – o, per essere generosi – non passa settimana, in cui qualche grande società italiana quotata in Borsa non faccia parlare di sé per corruzione, tangenti, derivati, etc.
L’ultimo caso è quello che vede finire nella bufera Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Finmeccanica che, per disposizione del giudice di Busto Arsizio, è stato arrestato, sotto l’accusa di corruzione internazionale: si parla esattamente delle tangenti pagate per assicurarsi la vendita di 12 elicotteri al governo indiano.
Orsi avrebbe fatto di più: stando a quanto riporta il Fatto Quotidiano, infastidito da alcuni articoli del Sole 24 Ore, l’amministratore delegato chiese aiuto al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Riporta il Fatto Quotidiano la conversazione tra Orsi e Squinzi: “Ascolta io volevo dirti una cosa, non l’ho fatto…in tutti questi giorni però mi sembra che abbia superato il limite. Cioè il giornale che mi attacca di più è il Sole (Sole24ore, ndr) e io non, è l’unico e non lo ritengo. Ho veramente fatto fatica e non te ne avevo voluto parlare…”. Squinzi risponde di non essersi “accorto” che forse si è un po’ “distratto”, e poi rassicura il manager: “Comunque interveniamo subito, eh!”.
Ma Orsi non è l’unico a finire in manette. Si può parlare di inizio di decapitazione dei vertici di Finmeccanica, visto che il giudice ha disposto anche gli arresti domiciliari per Bruno Spagnolini, amministratore delegato di Agusta Westland. Altri due ordini di cattura sono scattati contro i mediatori che hanno avuto il ruolo di distribuire le tangenti permettendo a Finmeccanica di creare fondi neri per pagare gli autori delle operazioni.
Un 2013 nero per Piazza Affari, in termini di credibilità. Prima il caso Monte dei Paschi di Siena, che ha fatto sorgere molti dubbi sul mondo delle Fondazioni e sulla stessa Banca d’Italia.
Poi il turno di Eni, con l’apertura dell’indagine anche nei confronti dell’amministratore delegato Paolo Scaroni.
E’ di poche ore fa la bufera Unipol, per i derivati e titoli tossici che hanno provocato perdite ingenti ai clienti.
La scorsa settimana, il 7 febbraio, sono saltate fuori rivelazioni di come, sotto la presidenza di Massimo Ponzellini, Banca Popolare di Milano finanziasse la criminalità organizzata.
Proprio ieri, Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile, aveva detto: “Finmeccanica, la più grande azienda industriale italiana pubblica, rischia di diventare un nuovo caso MPS – sostiene ancora Ingroia – La vicenda è semplice: l’Ad Giuseppe Orsi è sotto inchiesta per vicende gravissime nell’esercizio delle sue funzioni. La società è indebitata e vuole disfarsi delle attività civili. Orsi ha più volte comunicato al mercato la
volontà di incassare 1 miliardo di euro per ridurre le perdite, vendendo i gioielli di famiglia. In questi giorni sta accelerando la vendita di Ansaldo Energia privando così l’Italia di un patrimonio tecnologico e produttivo. Ci chiediamo perché l’Ad di Finmeccanica voglia vendere a tutti i costi prima delle elezioni”.