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FinTech: arriva la sperimentazione con ‘Sandbox’, come si evolve il panorama italiano

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“La trasformazione digitale del mercato finanziario è ormai un processo inarrestabile”. E “la Consob è molto favorevole ad una transizione della finanza tradizionale verso il FinTech a condizione che, sulla base dei risultati di adeguate ricognizioni e sperimentazioni, vengano presidiati i rischi per la tutela del risparmio”. Le parole pronunciate dal segretario generale della Consob, Maria Antonietta Scopelliti, durante l’audizione sul pacchetto Ue finanza digitale convocata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario offrono diversi spunti di riflessione nell’analisi e disciplina del mondo FinTech, soprattutto nella valutazione delle potenziali opportunità e dei potenziali rischi del fenomeno. Il termine FinTech, ormai molto diffuso, si riferisce alla ‘Financial Technology’, ovvero all’offerta di servizi di finanziamento, di pagamento, di investimento e di consulenza, attivati dalla tecnologia e in grado di generare forti spinte innovative nel mercato dei servizi finanziari. È sotto gli occhi di tutti di come l’innovazione tecnologica applicata alla finanza stia rivoluzionando l’intero settore finanziario con l’introduzione di nuovi modelli di business, nuovi processi, prodotti e applicazioni.

Ecosistema delle startup

I più recenti dati diffusi dalla ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano hanno evidenziato come l’emergenza sanitaria abbia influito sull’uso di servizi Fintech e Insurtech, con un aumento in particolare su quelli di identità digitale (utilizzata dal 48% dei consumatori), di telemedicina inclusi nella polizza (6%) e di Robo Advisoring (6%). Concentrandosi poi sull’ecosistema delle startup sono 2.541 quelle Fintech & Insurtech a livello internazionale censite dall’Osservatorio nel 2020, per un totale di 55,3 miliardi di dollari di fondi raccolti, in media 22 milioni di dollari a startup. “L’ecosistema delle startup Fintech & Insurtech è florido e capace di offrire servizi innovativi a tutto il sistema economico, anche in Italia e con Milano capofila – afferma Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -. Cresce in particolare l’Europa del Fintech, con un balzo del 158% di finanziamenti nell’ultimo biennio e oltre 768 startup finanziate sopra 1 milione di euro”. In generale, si tratta di un settore dinamico, come dimostra l’evoluzione dei modelli di business delle startup, che si aprono sempre più a forme di collaborazione e partnership stabili con incumbent finanziari, aziende industriali e altre startup.

Parte dal 16 luglio lo spazio di sperimentazione per il settore Fintech

In Italia le startup del mondo FinTech sono pronte alla sperimentazione tramite i cosiddetti ‘regulatory sandbox’ (art. 36, commi da 2-bis a 2-septies), una sorta di ‘area recintata’ dove l’autorità di vigilanza può consentire di disapplicare alcune norme nella fase in cui si sperimenta una nuova applicazione. Si tratta di un intervento legislativo che dal 16 luglio parte ufficialmente. È stato introdotto nell’ordinamento nazionale uno strumento finalizzato a consentire sperimentazioni di applicazioni FinTech che, mediante nuove tecnologie, quali l’intelligenza artificiale, possano consentire l’innovazione di servizi e prodotti nei settori finanziario, creditizio, assicurativo e dei mercati regolamentati. L’opportunità di far partire il lavoro con i sandbox è possibile grazie al regolamento del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), atteso da due anni (era previsto dal decreto crescita del 2019, con i pareri di Banca d’Italia, Consob e Ivass che sono arrivati un anno fa circa, tra luglio e settembre 2020), pubblicato in Gazzetta Ufficiale a inizio luglio.

La sperimentazione dovrà essere a tempo (durata massima 18 mesi), conformarsi al principio di proporzionalità e si caratterizzerà per requisiti patrimoniali ridotti, adempimenti semplificati e proporzionati alle attività che si intende svolgere, tempi di autorizzazione ridotti e perimetri di operatività definiti. La disciplina primaria demanda al potere regolamentare del Mef la definizione delle condizioni e delle modalità per lo svolgimento di dette sperimentazioni. Per i regolatori, la sandbox rappresenta un osservatorio privilegiato, per osservare le dinamiche dello sviluppo tecnologico e individuare, da un lato, gli interventi normativi necessari per agevolare l’innovazione tecnologica, dall’altro, le azioni richieste per contenere la diffusione di nuovi rischi. Così facendo l’Italia si allinea alle migliori pratiche di settore in ambito europeo e internazionale.

“La nuova regolamentazione è un’opportunità imperdibile per fare innovazione e applicare le nuove tecnologie all’ambito finanziario”, afferma Paolo Gianturco, Business Operations and Fintech leader di Deloitte Consulting, sottolineando che “l’impatto della Pandemia sull’economia reale e sui mercati finanziari ha reso evidente l’importanza e l’urgenza per le aziende di attivare un percorso di trasformazione. In questo contesto, in Europa sono stati investiti circa 5,3 miliardi di euro nelle FinTech nel solo 2020, mentre in Italia le imprese FinTech sono passate dalle circa 200 del 2015 a 345 alla fine del 2020, segnando una crescita del 75% in soli 5 anni. L’approvazione delle norme sul ‘regulatory sandbox’ segna dunque un’occasione importantissima per il settore per sperimentare e crescere ancora di più nel prossimo futuro”.