Le nuove piattaforme informatiche stanno cambiando in profondità non solo il settore delle banche ma anche quello delle assicurazioni. A volte per riferirsi al fenomeno si parla di “Insurtech“. Le startup hanno aperto la strada. Secondo i dati dell‘Osservatorio Digital Finance, almeno il 5% delle startup della FinTech opera nell’insurance. Le piccole imprese innovative sono state seguite anche da realtà più grandi, che hanno capito le potenzialità del settore.
L’obiettivo è convincere i millennials, per esempio con l’offerta di coperture a tempo o su singoli eventi. Oppure con assicurazioni di gruppo e social che si possono sottoscrivere con l’app e che portano a sconti in caso di non avvenuto sinistro.
Fintech e insurance
Banca Ifis, insieme a Yolo, ha lanciato nel 2018 Rendimax-assicurazioni, una piattaforma pensata per chi vuole sottoscrivere una polizza in autonomia, senza sportelli o intermediari. A fine febbraio 2019 Cattolica Assicurazioni ha inaugurato la sua app mobile, che permette ai clienti di accedere ai servizi in modalità multicanale.
Secondo uno studio di Kpmg, i maggiori investimenti nel settore si concentreranno nel prossimo futuro in Asia, dove le compagnie europee e americane hanno già cominciato a testare prodotti e offerte.
Le startup dell’Insurtech
Prima Assicurazioni è la startup italiana in ambito Insurtech che nel 2018 ha raccolto l’investimento maggiore, di 100 milioni di euro. Opera nel settore delle assicurazioni auto.
Fra le altre imprese che puntano sul Fintech la startup torinese Axieme offre un servizio per fornire assicurazioni con un meccanismo social. Gli utenti acquistano la propria assicurazione con un gruppo di persone che conoscono. Condividendo le informazioni all’interno della community, i rischi vengono ripartiti e se non accadono sinistri si ottiene un rimborso.
Coverholder, creata a Londra da due italiani, ha creato invece una piattaforma per semplificare e personalizzare l’intermediazione assicurativa, rendendola autonoma. Attraverso un sistema integrato di algoritmi riduce i tempi di quotazione ed emissione della polizza.
Molti i programmi per sostenere le startup. Nel 2017 la compagnia inglese Aviva ha lanciato un fondo di venture capital per finanziare le piccole imprese nel campo dell’Insurtech. Nello stesso anno Digital Magics, business incubator quotato su AIM Italia, ha inaugurato “Magic Wand”, programma di accelerazione per FinTech e InsurTech rivolto alle startup early stage.
Fintech e assicurazioni all’estero: alcuni casi
Una realtà in crescita è la startup francese Alan, che offre assicurazioni sanitarie in formato digitale. Ha raccolto 75 milioni di euro dall’inizio del 2016 e mira ad allargare il proprio team a 175 dipendenti entro la fine dell’anno. Punta inoltre ad allargare la sua base utenti, in particolare a Pmi e liberi professionisti.
Un altro caso è quello di Mobly, società nata due anni fa in Belgio che fornisce un servizio di assicurazione auto non tradizionale. A febbraio 2019 ha presentato una soluzione “pay per kilometer” dedicata a chi usa poco l’auto: si paga una quota fissa del servizio che copre l’auto anche quando è parcheggiata e poi una quota variabile in base ai chilometri che vengono percorsi.
A Montreal la startup Breathe Life mira ad avvicinare i millennials alle assicurazioni sulla vita.