BERLINO (WSI) – Un’altra grana per la Cancelliera Angela Merkel, che sembra perdere qualche consenso in patria. Un mese fa il Bundesrat, il senato tedesco, ha bocciato il Fiscal Compact, grazie ai voti dell’opposizione costituita dai partiti di Socialisti (SPD) e Verdi.
La decisione ha del clamoroso, essendo Berlino il primo promotore in Europa del patto fiscale, ovvero il Trattato sulla stabilita’, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria. Al contempo non impedira’ al documento di essere ratificato in Germania, bensi’ non fa che posticipare semplicemente i tempi di implementazione.
Per la ratifica c’e’ bisogno del consenso di entrambe le Camere. Il Bundestag ha dato il suo placet, ma ora che il Bundesrat ha rifiutato bisognera’ aspettare che la legge passi al vaglio della Commissione di Mediazione parlamentare. Il principale motivo alla base del no e’ economico. Gli interessi di parte a livello federale e statale hanno finito per divergere.
Anche se sono tanti i punti da chiarire e le modifiche da apportare nei rapporti di forza tra regioni e nazione, gli obiettivi di bilancio del trattato non sono mai stati messi in discussione. Il Fiscal Compact, come prevede Deutsche Bank, con ogni probabilita’ non sara’ implementato prima delle elezioni di autunno, ma ad ogni modo diventera’ legge entro la scadenza ultima.
I Land pretendono di ottenere un accordo esplicito che chiarisca come il loro impegno finanziario sia limitato nel quadro delle norme previste dalla costituzione, assicurandosi che non venga mai richiesto loro di prendere nuovi impegni economici.
Tra le richieste finanziarie avanzate dai 16 stati membri del Consiglio federale, la volonta’ di arrivare all’emissione di un bond congiunto tra Federazione e Land – i cosiddetti Germano-bond – con i quali i Länder vogliono ridurre le loro spese per interessi.
Il Bundesrat e’ composto dai delegati dei governi dei vari Land. Al senato siedono i membri degli esecutivi di ogni singola regione. Ogni singolo stato e’ rappresentato da un numero di delegati proporzionale al numero dei suoi abitanti.
(In fase di scrittura)