Economia

Fisco: in arrivo una pioggia di avvisi per i contribuenti. Come difendersi

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Un anno amaro sarà il 2022 per i contribuenti italiani che a breve si vedranno recapitare le lettere di compliance dal Fisco per le anomalie riscontrate sui redditi dichiarati per l’anno 2017.

Fisco, avvisi in arrivo

Il programma di invii è di diretta attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) visto che l’aumento compliance (ossia l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari, quindi del pagamento delle tasse, da parte del contribuente) è uno degli obiettivi del Piano.
Entro la fine del 2022 l’obiettivo fiscale del Governo difatti è quello di raggiungere alcuni traguardi come l’aumento del 30% degli avvisi bonari inviati e l’aumento del 20% degli incassi connessi all’adempimento spontaneo.

Il Pnrr stabilisce una road map per gli incrementi delle lettere da inviare ai cittadini: nel 2022 dovranno essere del 20% in più rispetto a quelle inviate nel 2019. Per il 2022 l’obiettivo fissato dal fisco è il recupero del 15% in più rispetto al 2019 del gettito dovuto all’invio degli avvisi fiscali. Dovranno invece diminuire del 5% le lettere di falsi positivi, ossia comunicazioni attestanti dichiarazioni regolari anche se non lo sono. Nel 2024 le lettere inviate dovranno invece aumentare del 40% rispetto al 2019 mentre il gettito recuperato dagli avvisi fiscali dovrà salire del 30%.

Nel secondo e quarto trimestre 2022 è attesa la riforma della compliance: entro giugno devono entrare in vigore nuove disposizioni per incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali connessi ed entro dicembre dovranno risultare aumentate del 20% le comunicazioni inviate rispetto al 2019.

Cosa fare quando arriva un avviso di accertamento

Prima di capire come potersi difendersi dall’arrivo di un avviso di accertamento, è bene capire cosa si intende per avviso di accertamento. Come precisa l’Agenzia delle Entrate, l’avviso è l’atto mediante il quale l’ufficio notifica formalmente la pretesa tributaria al contribuente a seguito di un’attività di controllo sostanziale.
L’avviso di accertamento deve essere sempre motivato, a pena di nullità, e deve indicare alcun elementi precisi quali gli imponibili accertati e le aliquote applicate, le imposte liquidate, al lordo e al netto delle detrazioni, delle ritenute di acconto e dei crediti d’imposta nonché l’ufficio presso il quale è possibile ottenere informazioni nonché il responsabile del procedimento, insieme alle modalità e il termine del pagamento e all’organo giurisdizionale al quale è possibile ricorrere.

Una volta ricevuto un avviso di accertamento, il contribuente ha dinanzi a sé alcune strade da percorrere.

In primo luogo, il contribuente che riceve un avviso di accertamento ha l’opportunità, se rinuncia a presentare ricorso, di ottenere una riduzione delle sanzioni. Si parla in tal caso di acquiescenza che comporta la riduzione delle sanzioni amministrative irrogate, sempre che il contribuente rinunci a impugnare l’avviso di accertamento, presentare istanza di accertamento con adesione e provveda a pagare, entro il termine di proposizione del ricorso, le somme complessivamente dovute tenendo conto delle riduzioni.

Altra strada che il contribuente può intraprendere dopo aver ricevuto la notifica di un avviso di accertamento non preceduto dall’invito al contraddittorio, è la richiesta all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate della formulazione della proposta di accertamento con adesione. Tale istituto consente al contribuente di definire le imposte dovute ed evitare, in tal modo, l’insorgere di una lite tributaria. E’ un “accordo” tra contribuente e ufficio che può essere raggiunto sia prima dell’emissione di un avviso di accertamento, che dopo, sempre che il contribuente non presenti ricorso davanti al giudice tributario.

In tal caso, a seguito del contraddittorio e della definizione della pretesa tributaria, le sanzioni si applicano nella misura di 1/3 del minimo previsto dalla legge.

Se il contribuente ritiene illegittimo o infondato un atto emesso nei suoi confronti può rivolgersi alla Commissione tributaria provinciale per chiederne l’annullamento totale o parziale.

Gli avvisi di accertamento diventano esecutivi decorso il termine utile per la proposizione del ricorso e devono espressamente riportare l’avvertimento che, trascorsi 30 giorni dal termine utile per il pagamento, la riscossione delle somme richieste sarà affidata agli agenti della riscossione.