GINEVRA (WSI) – Se fosse per le autorità politiche svizzere, l’accordo fiscale con l’Italia per il rientro dei capitali sarebbe cosa fatta. Dopo il Consiglio nazionale elvetico, infatti, anche la Camera dei cantoni ha dato luce verde al Protocollo di modifica della Convenzione di doppia imposizione tra la Svizzera e l’Italia.
Il testo, approvato con 42 voti e senza opposizione, consentirà ai due paesi di scambiarsi informazioni in materia fiscale. Con il risultato di oggi il dossier è ora pronto per le votazioni finali. Ma non potrà essere ancora effettivo perché manca la ratifica del parlamento italiano.
“Il Protocollo dovrebbe contribuire a migliorare le relazioni economiche bilaterali, deterioratesi nel corso degli ultimi anni”, ha dichiarato Martin Schmid (PLR/GR) a nome della commissione, citato dal quotidiano del Ticino, il Giornale del Popolo.
La modifica della convenzione agevolerà inoltre la regolarizzazione degli averi depositati da clienti italiani nelle banche elvetiche nell’ambito del programma di Voluntary Disclosure, ovvero di denuncia volontaria di capitali evasi adottato dall’Italia.
I ritardi nel processo di ratificazione in Italia stanno però ostacolando l’entrata in vigore delle norme. Dopo l’approvazione della Camera dei deputati, il dossier è fermo al Senato. Il relatore della commissione degli Affari Esteri sulla questione, Claudio Micheloni, ha deciso nelle settimane scorse di non presentare la sua relazione.
Questo perché secondo il senatore del PD residente nel cantone di Neuchatel rimangono ancora alcune questioni da risolvere, in particolare quella relativa alla imposizione degli immobili posseduti in Italia da cittadini residenti in Svizzera e quella riguardante gli emigranti italiani rientrati a casa.
Il piano di regolarizzazione fiscale lanciato dal governo Matteo Renzi e che ha visto negoziare in prima linea il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per recuperare fondi preziosi, necessari per le prossime leggi finanziarie e per ridurre i livelli galoppanti di debito pubblico, è dedicato a coloro che vogliano rimpatriare beni depositati all’estero e non dichiarati al fisco italiano senza incorrere in sanzioni penali.