(9Colonne) – Bruxelles, 13 feb – Alcuni regimi di tassazione delle società applicati da cantoni svizzeri a favore di società di partecipazione, miste e di gestione sono aiuti di Stato incompatibili con il buon funzionamento dell’accordo del 1972 tra l’Unione europea e la Svizzera. E’ questo il giudizio espresso oggi dalla Commissione europea che ha chiesto al Consiglio il conferimento del mandato per avviare negoziati con la Svizzera e cercare una soluzione condivisa. I regimi giudicati illegittimi dall’Esecutivo comunitario propongono agevolazioni fiscali non eque a società stabilite in Svizzera per utili realizzati nell’Ue. La normativa svizzera consente ai cantoni di esentare parzialmente o completamente gli utili realizzati all’estero dall’imposta cantonale o municipale sulle società. Tutti i cantoni svizzeri si sono avvalsi di questa possibilità, anche se in forme diverse. Nel corso degli anni queste disposizioni hanno rappresentato un formidabile incentivo per le multinazionali che hanno stabilito le proprie sedi e i propri centri di coordinamento e di distribuzione in cantoni come quelli di Zug e Schwyz per ridurre al massimo gli oneri fiscali. Dato che queste multinazionali operano soprattutto sul mercato comunitario, questi regimi fiscali possono condizionare direttamente o indirettamente gli scambi tra l’Ue e la Svizzera.