Prende sostanzialmente forma la flat tax incrementale con un’aliquota fissa al 15% destinata ai titolari di partita Iva. Attraverso la circolare n. 18/E del 28 giugno 2023, l’Agenzia delle Entrate ha fornito i primi chiarimenti sui soggetti che possono accedere alla nuova tassazione agevolata. L’AdE, inoltre, ha fornito le indicazioni necessarie per andare a determinare la base imponibile sulla quale deve essere calcolata la flat tax. Importanti, inoltre, sono le indicazioni relative ai redditi che devono essere presi in considerazione e quelli che devono essere esclusi.
Ricordiamo che la flat tax incrementale è un regime opzionale, il quale, solo per il 2023, andrà a sostituire l’Irpef e le relative addizionali regionali e comunali. I contribuenti che dovessero decidere per optare per la flat tax si vedranno applicata un’aliquota fissa al 15% sulla differenza tra il reddito di impresa e di lavoro autonomo conseguiti nel 2023 e i relativi redditi dichiarati nell’arco del triennio 2020-2022.
Flat tax incrementale, chi ne può beneficiare e chi ne è escluso
La flat tax incrementale è riservata alle persone fisiche munite di partita Iva, che stiano esercitando attività d’impresa, arti o professioni. All’interno del perimetro previsto per la tassa piatta vi rientrano anche le imprese familiari e le aziende coniugali, purché non risultino essere gestite in forma societaria. In entrambi i casi, comunque vada, ha diritto ad accedere alla flat tax il titolare.
Non possono accedere a questo regime di tassazione, invece, i redditi che derivano dalle società di persone, che siano imputati ai soci per trasparenza e quelli che derivano direttamente dall’esercizio di arti e professioni in forma associata, che siano attribuiti ai singoli contribuenti.
Rimangono fuori dalla flat tax incrementale anche i contribuenti che, nel corso del 2023, abbiano aderito al regime forfettario. Non perdono, invece, il diritto di potervi aderire quanti, invece, abbiano beneficiato del regime forfettario – o di un qualsiasi altro regime di vantaggio – nel periodo compreso tra il 2020 ed il 2022, anche per più di un anno.
Come si calcola la tassa
La circolare dell’Agenzia delle Entrate è importante perché, attraverso alcuni esempi, spiega come debba essere determinata la base imponibile su cui calcolare la flat tax. Per effettuare questo calcolo è necessario prendere in considerazione il reddito d’impresa e di lavoro autonomo maturato nel 2023 e il reddito di impresa e di lavoro autonomo con l’importo più elevato che è stato dichiarato nel corso del periodo compreso tra il 2020 ed il 2022.
Ottenuta questa differenza è necessario applicare una franchigia del 5%, che viene calcolata sul reddito più alto preso in considerazione nel triennio. A questo punto, sul reddito che si è venuto a determinate – e con un limite massimo pari a 40.000 euro – si deve applicare l’aliquota fissa del 15%. L’ulteriore quota di reddito, non soggetta a imposta sostitutiva, confluisce nel reddito complessivo soggetto a tassazione progressiva Irpef.
Esempio di calcolo della flat tax
È bene precisare e sottolineare che la flat tax vale per il periodo d’imposta 2023: i titolari di partita Iva ne possono beneficiare con la dichiarazione dei redditi 2024. Ma vediamo nel dettaglio come deve essere effettuato il calcolo della tassa piatta. Poniamo il caso che il contribuente che si vuole avvalere della misura dichiari i seguenti redditi:
- 2020: 100.000 euro;
- 2021: 80.000 euro;
- 2022: 105.000 euro;
- 2023: 135.000 euro (ovviamente in questo caso a fine dell’anno di imposta).
Il diretto interessato deve prendere in considerazione, per il triennio 2022-2022, l’anno nel quale ha registrato il fatturato più alto: nel nostro esempio l’importo è pari a 105.000 euro.
L’incremento tra il 2023 ed il 2022 è pari a 30.000, che corrisponde alla differenza tra 135.000 e 105.000 euro. Questa differenza dovrà essere ridotta del 5% dell’importo più elevato registrato nel triennio: stiamo parlando di un importo pari a 5.250 euro (105.000*5 per cento).
La base imponibile per calcolare la flat tax è quindi pari a 24.750 euro e sarà soggetta ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef pari al 15% per un ammontare di 3.712,50 euro. Il risparmio, per il contribuente, risulta essere importante se si confronta con lo scaglione di reddito di riferimento (nel quale l’Irpef è pari al 43%), che porterebbe a pagare 10.642,50 euro.
Prendendo in considerazione l’esempio che abbiamo fatto, attraverso la flat tax incrementale il contribuente con partita Iva si ritrova a risparmiare 6.930 euro.