L’Fmi si è detto più ottimista sulla crescita mondiale anche se non mancano pericoli e ha attaccato le politiche protezioniste che sembra stiano tornando in auge in Europa e soprattutto negli Stati Uniti. A farsi portavoce dei messaggi dell’istituto di Washington è stata la sua guida Christine Lagarde, la quale a Bruxelles ha difeso la globalizzazione, dicendo che a schiacciare i salari sono state soprattutto le innovazioni tecnologiche.
Pur mettendo in guardia dai rischi ancora presenti, Lagarde è in tutti i modi fiduciosa sulle prospettive di ripresa economica, ma preme affinché i legislatori agiscano per fare un modo che la crescita sia più inclusiva; perché quando più persone godono dei benefici da essa derivanti, la crescita stessa è “più forte, duratura e resiliente”.
“Dopo sei anni di crescita deludente, l’economia mondiale sta accelerando con una ripresa ciclica che promette più occupazione, salari più alti e una maggiore prosperità futura”. In particolare, nelle economie avanzate “l’outlook è migliorato con un’attività manifatturiera più forte” dice Lagarde.
È questo in estrema sintesi il messaggio che è stato inviato da Lagarde a Bruxelles, la capitale del Belgio e dell’Europa, dove l’Fmi ha anche fatto un apertura all’ipotesi avanzata da alcuni governi o movimenti politici (come Benoit Hamon del Partito Socialista in Francia e il MoVimento 5 Stelle in Italia) di adottare un reddito di cittadinanza universale.
Fmi chiede ai governi di aumentare salari minimi
Pur ammettendo di non aver “ancora formulato un’opinione sul reddito di cittadinanza“, Lagarde ha sottolineato che “la riflessione è in corso”. Nel frattempo, ha rivelato, “stiamo facendo pressioni su molti Paesi perché aumentino i salari minimi“. Quello della domanda interna troppo debole anche per gli stipendi congelati è un problema che si pongono tutti, persino negli Stati Uniti e anche istituzioni che hanno predicato per anni la moderazione salariale come la Banca centrale europea.
Per il rapporto Fmi-Wto-Banca mondiale sono importanti in particolari politiche attive per il lavoro che facilitino il ritorno all’occupazione ma anche una rete sociale per proteggere chi è “esposto alla competizione”, sostiene il documento. I sistemi di istruzione e di formazione dovranno “preparare i lavoratori alle nuove sfide del mercato occupazionale, soprattutto in ambiti come l’immobiliare, il credito o le infrastrutture”. Regole “forti” che regolino il commercio aiutano la competitività ma servono anche a rassicurare i cittadini.
Le due istituzioni ci tengono che il commercio internazionale sia trattato in modo equo. Da parte sua Jim Wong Kim, presidente della Banca mondiale, ha sottolineato che la globalizzazione “è anche una questione di giustizia sociale: ha tirato fuori milioni di persone dalla povertà”. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) stima che le attività commerciali si espandano del 2,4% nel 2017, ma rimangono “profonde incertezze”, in particolare dal fronte politico.
Sulla crisi del debito greco, l’Fmi dice che l’uscita alla fine del tunnel non è così vicina come potrebbe sembrare dalle ultime dichiarazioni ottimiste circolate nei giorni scorsi e che “siamo solo a metà strada dei colloqui” per completare l’ultimo piano di aiuti in cambio di riforme e che vedono l’dmi partecipe nel ruolo attivo di uno dei creditori della troika insieme a Bce e Commissione Ue.