In Italia serve “correttezza” nel caso di pensionamenti anticipati “collegando direttamente i benefici con gli assegni”. Così il Fondo monetario internazionale in una nuova analisi dedicata alle politiche del nostro paese.
Fmi: Italia ha fatto meglio di altri paesi con risparmi a lungo termine
Il Fondo diretto da Kristalina Georgieva riconosce tuttavia come nella riforma del sistema pensionistico “l’Italia ha fatto più della maggior parte degli altri Paesi con risparmi nel lungo termine”. Nel dettaglio secondo l’Fmi il nostro paese ha dimostrato una attuazione delle misure sui conti pubblici “migliore del previsto”, adottando una linea “prudente” nonostante i nuovi programmi di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza.
In merito proprio a quota 100, l’anticipo pensionistico senza penalità introdotto dal precedente governo e destinato a terminare alla fine della sperimentazione triennale, secondo l’Fmi l’istituto ha creato una “discontinuità” nel meccanismo di indicizzazione dell’età di pensionamento alla speranza di vita e abbia fatto riaumentare la spesa.
“Nei prossimi decenni le pressioni sulla spesa sono destinate a salire considerevolmente” anche per via di ‘Quota 100′, che “accresce la spesa e crea una discontinuità sull’età pensionabile”.
Pensione anticipata sì ma legata ai contributi
Da qui il monito del Fondo, ossia “mantenere il collegamento fra età pensionabile e aspettativa di vita, adeguando i parametri previdenziali per garantire la sostenibilità” del sistema previdenziale. Per quanto riguarda il cantiere della riforma delle pensioni, aperto con il nuovo governo, il Fondo apre alla pensione anticipata ma che sia legata ai contributi versati.
In sostanza, dice l’Fmi, serve “correttezza” sui pensionamenti anticipati “legando strettamente gli assegni ai contributi versati nell’arco della vita lavorativa”.
Infine, sul Reddito di cittadinanza, il Fondo ne riconosce la funzione di sostenere i più “vulnerabili”, ma “offre benefici superiori ai livelli internazionali”. Il Fondo monetario internazionale sottolinea come il sussidio targato Movimento Cinque Stelle “diminuisce troppo rapidamente a seconda delle dimensioni della famiglia, penalizzando i nuclei più numerosi e più poveri”.
Inoltre viene meno bruscamente se si accetta un’offerta di lavoro, anche a basso salario. Queste caratteristiche dovrebbero essere allineate alle migliori pratiche internazionali per evitare disincentivi al lavoro e condizioni di dipendenza assistenzialistica”.