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Fmi avverte l’Italia: non cancelli l’Imu

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ROMA (WSI) – L’Italia ha ancora molto lavoro da fare, nonostante le “azioni decise dalla fine del 2011 per rafforzare i conti pubblici“. “Il lavoro non è ancora completato e un ribilanciamento del risanamento fiscale è assolutamente necessario per sostenere la crescita”.

L’avvertimento è chiaro e arriva dal Fondo monetario Internazionale, che taglia nel suo annuncio le stime di crescita sul Pil italiano” da -1,5% a -1,8%. L’istituto di Washington prevede poi un miglioramento nel 2014, alzando le previsioni da +0,5% al +0,7%.

L’Fmi insiste sulla necessità di risanare i conti pubblici, affermando che è necessario “modificare la composizione del risanamento attraverso tagli di spesa e minori tasse”. Ma con minori tasse non intende l’abolizione dell’Imu. “La tassa sulla proprietà sulla prima casa dovrebbe essere mantenuta per ragioni di equità ed efficienza e la revisione dei valori catastali accelerata per assicurare l’equità”.

“La priorità deve essere data ad aumentare la bassa occupazione dell’Italia, soprattutto di giovani e donne”. Ancora, il pagamento dei debiti P.A “può ridurre le difficoltà del credito delle aziende”.

Guardando in avanti, se riuscisse a dimezzare il gap con il resto dell’Europa, l’Italia “potrebbe alzare il Pil di circa il 2,5% entro il 2018”. E’ necessario agire “per migliorare la bassa produttività e competitività dell’economia”.

Il percorso rimane pieno di ostacoli: “Le prospettive di crescita restano deboli, la disoccupazione è a livelli alti in modo inaccettabile e la fiducia del mercato è ancora debole”.

Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni interpreta la nota dell’Fmi affermando che l’istituto riconosce “i progressi significativi nel consolidamento fiscale”, di bilancio, dell’economia italiana.

E precisa: “Quanto prima l’economia italiana riprenderà il sentiero di crescita, tanto più facile sarà il processo di riaggiustamento della tassazione” sul lavoro e sulla produzione. E sull’invito a mantenere l’Imu: è “una questione che stiamo valutando. Certamente terremo conto dell’opinione del Fmi. L’obiettivo è trovare un consenso all’interno della coalizione”.

“La riduzione del debito è una delle priorità, perché il peso del debito rappresenta un freno alla crescita”, precisa. Intanto ieri sono arrivati nuovi numeri che hanno confermato il peggioramento del deficit italiano, che nel primo trimestre è balzato al 7,3%, a fronte di una pressione fiscale anch’essa in crescita, al 39,2%.