WASHINGTON (WSI) – Washington più preoccupata del rischio di deflazione in Eurozona rispetto a Francoforte.
Chiaro l’ennesimo appello del Fondo Monetario Internazionale rivolto alla Bce e al numero uno Mario Draghi: nel sommario del World Economic Outlook, di cui l’istituzione di Washington ha pubblicato i capitoli centrali in vista delle assemblee di primavera assieme alla Banca Mondiale, l’istituto invita l’Eurotower ad agire, visto che il rischio di deflazione, sebbene in qualche modo diminuito, rimane, ed è pari al 20%.
“Nell’area euro per sostenere l’attività economica e aiutare a centrare gli obiettivi di stabilità dei prezzi della Bce è necessario un maggior accomodamento monetario, anche con misure non convenzionali, riducendo in questo modo i rischi di inflazione ancora più bassa o di deflazione. Una prolungata bassa inflazione non aiuterebbe la crescita economica”.
E, più precisamente riguardo ai pericoli deflazionistici, “nell’area euro i rischi di deflazione, stimati al 20 per cento, nonostante alcune recenti riduzioni restano una preoccupazione”.
Detto questo, Washington sottolinea che l’Eurozona “è finalmente emersa dalla recessione”.
Riviste al rialzo le stime sul Pil: riguardo al 2014, si prevede una crescita +1,2%, mentre sul 2015 +1,5%. In entrambi i casi, la revisione al rialzo è di +0,1% rispetto alle ultime previsioni di gennaio.
In generale, sull’economia globale, l’istituto di Washington è più fiducioso: Le dinamiche economiche che stavano emergendo l’autunno scorso sono “ora più visibili”.
Insomma, “la ripresa si sta rafforzando” e, a livello globale, sarà +3,6% quest’anno e +3,9% nel 2015, (previsioni comunque tagliate rispetto alle precedenti -0,1%), come ha detto Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale. Non si può parlare però di una ripresa piena. “La normalizzazione della politica monetaria, convenzionale e non convenzionale, è ora in agenda”.
“La ripresa non è solo più solida, ma anche più ampia”, ma “rimane squilibrata”, ha detto l’economista, spiegando che “i vari freni che hanno ostacolato la crescita si stanno lentamente allentando” e “il consolidamento fiscale sta rallentando e gli investitori sono meno preoccupati sulla sostenibilità del debito”. Inoltre, ha detto Blanchard, “le banche stanno gradualmente diventando più solide”.
L’Italia rimane in una fase critica. Nel World Economic Outlook, l’Fmi prevede infatti un ennessimo peggioramento della disoccupazione nel 2014, al 12,4 per cento dal 12,2 per cento registrato nel 2013; il tasso migliorerà nel 2015, all’11,9%. Il tasso di inflazione italiano, invece, scenderà allo 0,7% nel 2014, dopo l’1,3% del 2013, per poi salire all’1% nel 2015.
Le stime sul pil italiano sono state comunque confermate a +0,6% per il 2014 e +1,1% per l’anno prossimo.