Fmi lancia allarme Medio Oriente: rallentamento economico rischia di aumentare tensioni sociali
Il rallentamento della crescita globale e le elevate tensioni nel commercio internazionale allungano un’ombra sulla tenuta delle economie del Medio Oriente, che rischiano di dover affrontare tensioni sociali.
È quanto emerge dall’ultimo Economic Outlook regionale – pubblicato ogni primavera dal dipartimento del Medio Oriente e dell’Asia centrale del Fondo Monetario Internazionale. Il rapporto ha anche evidenziato come i prezzi volatili del petrolio stiano influenzando negativamente alcuni paesi, mentre altri sono alle prese con l’aumento del debito pubblico.
“Per i paesi importatori di petrolio dove il debito è elevato, è molto importante affrontarlo e ridurre il livello di deficit. Ciò consentirà a questi paesi di ridurre l’onere del debito rispetto al PIL “, si legge nel report.
È il caso per esempio dell’Arabia Saudita il cui deficit è visto in aumento al 7,9% dal 4,6% del 2018. Per l’istituto di Washington il paese avrebbe bisogno di quotazioni del petrolio a 85 dollari per raggiungere un equilibrio nei conti.
Venendo alle stime di crescita. Le previsioni dell’istituto di Washington dicono che la crescita del Pil del paesi esportatori di petrolio calerà leggermente nel 2019 allo 0,4 percento, dallo 0,6 percento dell’anno precedente, influenzata negativamente dalla contrazione economica in Iran causata dal rinnovo delle sanzioni Usa.
Per i paesi importatori di petrolio della regione, la crescita dovrebbe rallentare, passando dal 4,2% nel 2018 a un 3,6% previsto quest’anno. Tuttavia, si prevede che tale cifra rimbalzi al 4,2% dal 2020 al 2023.