New York – A volte il rimedio perfetto e indolore a una crisi non e’ nell’idea geniale di qualche precursore del futuro. Bensi’ in un passo indietro banale, in una riflessione imparziale con un occhio esterno sul problema.
In questi giorni c’e’ chi si sta impegnando, almeno in teoria, per riportare l’equilibrio tra le parti nel mondo della finanza e arginare la dilagante crisi del debito. Dopo tutto c’era da aspettarsi che qualcuno prima o poi facesse una mossa ovvia come quella di innalzare una diga alle spese delle grandi banche. Alzi la mano, pero’, chi pensava che a lanciare la proposta che prevede un netto ridimensionamento del ruolo giocato dai banchieri fosse il Fondo Monetario Internazionale.
La tesi di uno studio rivoluzionario pubblicato dal fondo con sede a Washington sostiene che si potrebbe persino riuscire ad eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, cosi’ come quello di Regno Unito, Germania, Italia o Giappone.
Sarebbe sufficiente apportare le seguenti misure, in contemporanea: ridurre la quota del debito privato del 100% del Pil, alimentare la crescita, stabilizzare l’equilibrio dei prezzi e, sopratutto, detronizzare i banchieri.
Non sarebbe un rimedio doloroso dal punto di vista sociale e sarebbe molto facile da applicare sulla carta. Quello che manca, pero’, e’ la volonta’ politica.
Il trucco per riuscirci sarebbe semplice, si legge nel “Chicago Plan Revisited”: sostituire il nostro sistema di soldi creati dalle banche private – equivalente a circa il 97% dell’offerta di moneta totale – con denaro prodotto dallo stato.
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A Londra, per esempio, come ci ricorda Ambrose Evans-Prithcard sul Telegraph, basterebbe resettare il sistema, tornando indietro di qualche secolo, ovvero al 1666, prima che Carlo II d’Inghilterra mettesse il controllo dell’offerta di moneta nelle mani dei privati, con l’English Free Coinage Act.
“Cosi’ le banche perderebbero il privilegio di creare denaro dal nulla”
Si tratterebbe a tutti gli effetti di un assalto al sistema della riserva frazionaria, ovvero la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca e’ tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attivita’ facilmente liquidabili.
Se gli istituti di credito fossero costretti dalle autorita’ a mettere a disposizione il 100% delle riserve per i depositi (tradotto, a mantenere il 100% dei depositi in contante), perderebbero quell’esorbitante priviliegio di cui dispongono attualmente e che consente loro di creare denaro dal nulla.
Costituito formalmente a fine 1945 con una funzione principalmente ‘monetaria’ e con l’obiettivo di contrastare il protezionismo, per favorire il commercio mondiale, se sul piano politico europeo venissero ‘ascoltate’ le richieste pubblicate nel progetto epico appena pubblicato, il Fondo potrebbe assumere un ruolo chiave nella risoluzione della crisi attuale e non solo per mantenere l’equilibrio commerciale e dei tassi di cambio tra paesi ricchi industrializzati e stati in via di sviluppo.
Per contattare l’autore Twitter @neroarcobaleno; daniele@wallstreetitalia.com