NEW YORK (WSI) – Jonathan Ostry, Andrew Berg e Charalambos Tsangarides: sono i tre economisti del Fondo Monetario Internazionale che hanno stilato l’analisi dal titolo “Redistribution, Inequality, and Growth”, ovvero “Redistribuzione, Diseguaglianze e Crescita”, lanciando un messaggio molto chiaro: “Tassare i ricchi è un fattore positivo per l’economia”.
I tre invocano la redistribuzione del reddito, in un momento in cui il mondo intero fa fronte alle proteste del popolo contro le lobby e i detentori del potere.
“Sebbene ci siano considerevoli controversie su tali questioni, non dovremmo saltare alla conclusione secondo cui la cura delle diseguaglianze potrebbe peggiorare la crescita”, hanno scritto i tre esperti, secondo cui invece “gli interventi a sostegno dell’eguaglianza potrebbero davvero sostenere la crescita”.
“Molti ritengono che la redistribuzione del reddito mini la crescita”. Se ciò fosse vero, “allora le tasse e i trasferimenti potrebbero essere un cattivo rimedio: una cura che sarebbe peggio della malattia”.
Ma gli autori del rapporto affermano che una tale conclusione non è avallata dai fatti, dal momento che, di norma, nei casi in cui è avvenuta, “alla riduzione delle diseguaglianze sono invece seguiti tassi di crescita più veloci e più duraturi”.
I tre hanno citato i benefici che si otterrebbero tassando quelle attività dei ricchi che vengono considerate nocive per l’economia, come per esempio la speculazione finanziaria eccessiva, e trasferendo anche i pagamenti ai più poveri, al fine di permettere loro di mandare i figli a scuola.
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Ma cosa vuole esattamente il Fondo Monetario Internazionale? Indiscrezioni nell’ultimo anno hanno alimentato critiche continue: ha fatto parlare di sé soprattutto l’idea della patrimoniale in Europa del 10% per abbattere il debito, seguita poi da quella sull’imposizione di una aliquota fino al 71%.
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