La riduzione delle tasse spinge le imprese statunitensi a investire. Così, grazie alla riforma fiscale voluta dal presidente Usa Donald Trump le stime di crescita globali salgono ai massimi da sette anni, nell’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale (Fmi). L’espansione mondiale è prevista al 3,9% nel 2018 e nel 2019, in crescita dello 0,2% per entrambi gli anni rispetto alle stime di ottobre. Sarebbe il tasso di crescita più rapido dal 2011, l’anno di ripresa dopo la crisi finanziaria.
Circa la metà dell’aggiornamento deriva dai tagli alle tasse repubblicani varati a dicembre. Si stima che l’effetto sulla crescita degli Stati Uniti sia positivo fino al 2020. Risultati di breve termine, però, perché, scrive l’Fmi, “a causa della natura temporanea di alcune delle sue disposizioni, il pacchetto fiscale è destinato a ridurre la crescita per alcuni anni dal 2022 in poi”. Questa riduzione compenserà i precedenti guadagni.
Analizzando le prospettive di crescita nelle singole aree, per gli Stati Uniti è prevista un’espansione al 2,7% quest’anno, in rialzo dello 0,4% rispetto a ottobre. Per l’Eurozona il Fondo monetario internazionale vede nel 2018 una crescita del Pil del 2,2%, in aumento dello 0,3% rispetto a ottobre. In rialzo anche le stime per Giappone e Cina mentre per il Regno Unito le stime sono per il 2018 dell’1,5%, ma di una riduzione nel 2019 di 1 punto percentuale.
Quanto ai rischi per le previsioni di crescita globale, il Fondo monetario internazionale rileva che se il sentiment globale rimane forte e l’inflazione in sordina, potrebbe verificarsi un accumulo di vulnerabilità finanziarie nelle economie avanzate ed emergenti. Politiche interne, tensioni geopolitiche e incertezza politica in alcuni Paesi pongono i rischi al ribasso.
Secondo l’Fmi, l’inflazione debole suggerisce che il rallentamento rimane presente in molte economie avanzate e che la politica monetaria dovrebbe continuare a rimanere accomodante. “Il miglioramento della dinamica di crescita significa che la politica fiscale dovrebbe essere sempre più progettata tenendo conto degli obiettivi a medio termine, garantendo la sostenibilità fiscale”, precisano dall’Fmi.