NEW YORK (WSI) – Il Fondo Monetario Internazionale è pronto al grande passo: sbattere la porta in faccia agli Stati Uniti e al dollaro.
Come riporta il Financial Times il Fondo ha espresso l’intenzione di eliminare la possibilità di veto agli Usa, un fattore che influenzerà enormemente le decisioni che saranno prese dal 2015 in avanti.
Rappresenterebbe una sorta di reset del sistema economico internzionale, nell’ambito un’operazione che Lagarde vorrebbe vedere realizzata. Lo sta ripetendo ad nauseam nelle interviste rilasciate negli ultimi sei mesi: il sistema così com’è non funziona.
Contrariamente a quanto si creda, al pari delle banche centrali, il Fondo è un istituto donminato dal cartello societario delle banche e non è al soldo delle autorità americane. E la Federal Reserve, il governo Usa e il dollaro sono tutti asset ‘spendibili’ dalle elite finanziarie, al pari di qualsiasi altro strumento economico e politico, nel nome del profitto.
Il piano del Fondo per detronizzare il dollaro e sostituirlo con un sistema costituito da un basket di valute internazionali ha ricevuto una bella spinta dopo che il Congresso si è rifutato di approvare le riforme Fmi nel 2010.
Come sottolinea Brandon Smith nel suo blog Alt-Market il fatto che anche l’ultimo disegno di legge sulle spese pubbliche non facesse menzione delle riforme proposte dal Fmi ha fatto precipitare le cose.
Lagarde ha ricordato che se gli Usa non avrebbero approvato la parte relativa alle sue proposte di riforma, il Fondo sarebbe stato costretto a seguire il piano B. I dettagli di un simile scenario non erano stati resi noti finché non si è saputo del diritto di veto.
Come già osservato in passato, il Fmi non è un’estensione della Casa Bianca, bensì è legato a doppio filo con i manager delle maggiori banche internazionali, proprio come i Brics non sono altro che delle marionette manovrate dall’oligarchia finanziaria, come ha ammesso candidamente anche Putin.
“Nel caso dei Brics vediamo tutta una serie di interessi che coincidono”, ha spiegato il presidente russo. “Prima di utto la riforma del sistema finanziario e internazionale, che al momento è ingiusto nei confronti delle nuove economie in genere. Dovremmo essere più presenti attivamente nelle decisioni della Banca Mondiale del FMI. Il sistema monetario dipende molto dal dollaro e dalle politiche finanziarie e monetarie degli Usa. I Brics vogliono cambiare le cose”.
Per parola del presidente della banca centrale Zhou Xiaochuan, la Cina si è convinta del fatto che il “sistema internazionale attuale sia vulnerabile” e ha chiesto la creazione di un basket di valute globale eretto a punto di riferimento al posto del dollaro.
Anche la Germania, non solo i Brics, vogliono che gli Stati Uniti perdano l’influenza che hanno sul Fmi. La decisione di eliminare il diritto di veto Usa potrebbe arrivare già nel primo trimestre dell’anno prossimo.
Gli elementi in gioco sopra citati, sempre secondo Smith, culmineranno in un annuncio ufficiale dell’organizzazione di Washington, in cui si dirà che il dollaro non è più la valuta di riferimento per le riserve mondiali.
Ovviamente tutto ciò finirà per indebolire la valuta americana, che tutti invece danno destinata a salire nel 2015, in concomitanza con il rafforzamento della crescita economia americana e con la strategia di uscita dalle politiche accomodanti senza precedenti della Fed.
(DaC)