Negli utlimi tre anni i fondi Usa che investono nel mercato dell’America Latina hanno registrato risultati altalenanti: nel 1997 sono saliti del 29%, nel 1998 sono scesi del 38% e nel 1999 hanno segnato un guadagno del 60%. Dall’inizio di quest’anno hanno invece registrato un calo del 3,21% .
Una recente ricerca di Morningstar ha sottolineato come l ’America Latina, forte dei suoi oltre 400 milioni di consumatori, molti dei quali sulla soglia di poverta’, rimanga il mercato azionario maggiormente dipendente dal denaro proveniente dall’estero.
Questo significa che, nonostante buoni risultati economici (il Messico si sta assestando intorno a una crescita economica del 7% annuo) il mercato finanziario non e’ autosufficiente. Decisoni improvvise di disinvestimento da parte di investitori esteri possono causare crolli azionari considerevoli.
Lo studio di Morningstar mostra anche che i gestori di fondi sui paesi emergenti dell’America Latina investono la maggior parte del denaro gestito per la maggior parte in due paesi: il Messico e il Brasile. Il rischio viene inoltre concentrato solo su pochi titoli, generalmente appartenenti al settore energetico e delle telecomunicazioni, che rimangono esposti alle variazioni legate all’andamento del prezzo del petrolio e alle innovazioni tecnologiche.
Il mercato dell’America Latina e’ infine il piu’ sensibile alle notizie di breve periodo: ad esempio la recente elezione del Presidente messicano Vicente Fox ha fatto schizzare la borsa del 6%, un guadagno poi perso nei giorni successivi.