Il settore Esg (Environmental, Social, Governance) attrae sempre di più i fondi pensione italiani tanto che l’interesse verso le tematiche della finanza responsabile sale dal 34 al 53%. Così emerge dalla seconda edizione della ricerca “Fondi pensione e l’engagement Esg”, sviluppata da ETicaNews assieme ad Assofondipensione e con il supporto di Bmo.
Dal sondaggio realizzato tra fine marzo e inizio aprile, alla domanda sull’adozione formale di una policy Esg, il numero di risposte positive si è ridotto, rispetto al 2018 (scendendo dal 66,7% al 37%). Un dato che si aggiunge alla percentuale di coloro che hanno risposto “che la policy potrà essere adottata in futuro”, leggermente superiore a quella degli anni passati. dalle risposte date al sondaggio che sarà presentato alla ESG Business Conference del 13 giugno, in sostanza emerge l’idea che sono aumentati i fondi pensione pronti a darsi una policy Esg negli investimenti. Alla domanda “È previsto l’engagement Esg e/o una forma di confronto sugli Esg con gli asset investiti?”, la quota di risposte positive è tangibilmente aumentata, salendo dal 45% del 2018 al 62% di quest’anno.
Tuttavia le parole non si traducono in fatti visto che è ancora molto bassa la presenza di soggetti o team interni con capacità Esg (la percentuale si ferma al 19%). Infine alla domanda “se il fondo pensione, nel 2018, ha incontrato le aziende per affrontare le tematiche Esg?”, il 100% ha risposto no. Ciò che lamentano i fondi pensioni tricolore è la presenza di vincoli normativi pregressi che, a loro volta, si traducono in strutture di governance ancora non adeguate ad agire come investitore Sri in via diretta e consapevole. Da una parte quindi, l’ambizione di essere un investitore attivo, in merito alle tematiche di finanza responsabile e dall’altra la difficoltà a tradurre in pratica tali ambizioni.