Il fondo Elliott pronto ad aumentare la propria partecipazione in Telecom Italia per arrivare al 10%. Lo riporta oggi MilanoFinanza secondo cui chi ha potuto seguire da vicino le manovre di Elliott sostiene che il fondo non sia per nulla intenzionato a lasciare la partita e che anzi sia pronto a rilanciare”.
Nel dettaglio, scrive il quotidiano economico, il fondo guidato da Paul Singer sarebbe pronto a arrotondare la propria quota, attualmente ferma all’8,8%, e portarla intorno alle due cifre percentuali in vista della prossima assise dei soci.
A maggio Elliott è stato il protagonista del ribaltone in Tim che ha spodestato il gruppo Vivendi di Vincent Bolloré e ha portato così a termine, per il momento, la campagna d’Italia intrapresa dall’imprenditore francese. Ma ora la campagna dItalia sembra essere tutta in mano proprio di Elliott.
Il fondo è gestito da Singer, il figlio di un farmacista ebreo di Manhattan arrivato a guidare un gruppo che gestisce asset per circa 30 miliardi di dollari. La tattica è relativamente semplice: il fondatore di Elliott solitamente compra debito ultra-scontato – di aziende e di nazioni, indifferentemente – e lo rivende con un profitto, oppure ricorre in tribunale e chiede il risarcimento.
Nel 1996 Elliott ha acquistato bond in default del Perù per 11,4 milioni di dollari, ottenendo poi un risarcimento da 58 milioni e così anche dal Congo e dall’Argentina con i tango bond i Singer hanno portato a casa un guadagno del 1600 per cento.
Il fondo americano di Singer ha poi effettuato investimenti anche in Italia, come quelli realizzati nei primi anni 2000 in Fondiaria e Telecom Italia. Elliott Management Corporation ha fatto il suo ingresso anche nel capitale di Ansaldo Sts, società genovese il cui controllo è passato da Finmeccanica (oggi Leonardo) al colosso giapponese Hitachi. Infine il Fondo americano Elliott è divenuto proprietario anche del club calcistico del Milan subentrando all’uomo d’affari cinese Yonghong.