Dei servizi di food delivery si sente sempre più parlare nelle grandi città ma non solo, specialmente quanto in gioco ci sono le tutele garantite ai ciclofattorini; un popolo di 10mila persone (stima l’Inps) che sempre più spesso entra nelle case degli italiani con in mano la loro cena.
A indagare sulle abitudini di consumo e sulla soddisfazione di chi si avvale di questo servizio è stata la rivista Altroconsumo, che ha anticipato alcune delle evidenze raccolte da un sondaggio che sarà alla base di un’inchiesta in uscita a novembre.
Le società più efficienti
Per realizzare l’indagine l’associazione ha raggiunto 2.500 persone di età compresa fra i 18 e i 69 anni, ricavando, fra le altre cose, i servizi di consegne a domicilio giudicati più efficienti. Al primo posto compare Just Eat, con una valutazione di 77, seguono Uber Eats (76), Glovo (75), Deliveroo (73), My Menu (73), Domino’s Pizza (71) e Cosaporto (63).
La capacità di arrivare in orario, in media, non è proprio infallibile: viene consegnato in ritardo il 33% degli ordini. In genere si spende, fra cibo e consegna, un totale di 9,50 euro a persona: segno che resta più frequente l’utilizzo di questo servizio per pasti low cost come pizza e hamburger.
Sempre più utilizzati dagli italiani
Il 35% del campione intervistato dichiara di aver ordinato cibo a domicilio negli ultimi tre mesi: almeno un italiano su tre, insomma, ordina almeno saltuariamente un pasto attraverso queste piattaforme. Fra questi la metà ha ordinato dalle tre alle dieci volte nel corso del trimestre, mentre il 13% lo ha fatto più di 10 volte.
Poco conta, scrive Altroconsumo, la fascia d’età: a ordinare sono sia giovani sia utenti più maturi.
Si ordina, poi, principalmente tramite app (40%) e al telefono (35%), mentre risulta meno utilizzato invece il sito web (23%), mentre la propria abitazione resta di gran lunga il luogo preferito (86%) contro le consegne ordinate dal luogo di lavoro (10%).