ROMA (WSI) – Chi segue i mercati segue l’eurodollaro e ieri pomeriggio, il forte movimento a ribasso del cambio, è stato sotto gli occhi di tutti. Il motivo? Alcune dichiarazioni provenienti dalla Banca Centrale Europea che, tramite Coeuré, membro del comitato esecutivo, ha fatto sapere di stare prendendo in seria considerazione l’ipotesi di applicare tassi negativi sui depositi delle banche commerciali che possono utilizzare il circuito messo a disposizione dall’istituto di Francoforte.
Lo invocavamo da tempo, ora potrebbe non servire a molto
La reazione del mercato di fronte a questa dichiarazione ha visto l’euro venduto in maniera abbastanza pesante, per poi andare a recuperare tutta la perdita e tornare sopra area 1.3600, mostrando la continuazione della sua forza intrinseca contro il dollaro americano, ma questo può tradursi in occasioni fornite al mercato per smuovere la bassa volatilità vista negli ultimi giorni scorsi, senza che nulla si tramuti in un movimento a medio periodo derivante dalla formazione di aspettative reali su un eventuale interventismo. Non ancora, per il momento, siamo ancora all’interno delle notizie considerate rumors. Detto questo però, occorre ragionare sul fatto che gli effetti di una decisione del genere potrebbero non risultare importanti come quelli che si sarebbero potuti vedere nel momento in cui la decisione di mandare in negativo i tassi sui depositi fosse stata presa a tempo debito. Ovvero mesi e mesi fa. Applicare tassi negativi significa chiedere alle banche commerciali di pagare per poter effettuare depositi overnight della liquidità in eccesso presso la BCE anziché farli circolare tra gli istituti commerciali e quindi andare a formare una massa monetaria che potrebbe essere utilizzata per effettuare prestiti ad imprese ed a privati.
Il rischio è che, data la situazione di sfiducia che si sta trascinando da tempo, il denaro continui comunque ad essere prestato con il contagocce per la paura di non rivederlo restituito e, l’eventuale liquidità in eccesso, potrebbe essere veicolata verso altri tipi di impieghi. Siamo comunque convinti che tagliare i tassi sui depositi rappresenti una decisione corretta, seppur potenzialmente poco efficace allo stato dell’arte attuale, alla quale dovrebbe essere unita l’idea di spostare il tasso centrale del corridoio dallo 0.25% ad una forchetta che potremmo definire americana, tra lo 0% e lo 0.25% non potendo, la BCE, effettuare operazioni di QE (anche se gli LTRO a tre mesi forniscono denaro a tassi bassi alle banche, che comunque non sono obbligate, come dovrebbero essere almeno in parte, a concedere credito alle imprese). Se non esistessero le questioni di potere, anche dei semplici economisti potrebbero essere in grado di sistemare le annosi questioni relative ad euro e crisi nel giro di pochi mesi, ma questa è un’altra storia.
Questione di dati
L’evidenza maggiore dell’incidenza delle pubblicazioni macro in senso stretto di ieri si ha sul dollaro australiano. Riportando quanto comunicatoci, ovvero un tasso di disoccupazione pari al 6%, contro attese di 5.9% ed un precedente 5.8%, con quella che avrebbe dovuto essere una creazione di posti di lavoro di circa 15 mila unità che si è tramutata in una perdita di occupazione per quasi 4 mila persone, la reazione della valuta oceanica appare scontata. Ed infatti, così è stato, come vedremo tra poco nei livelli tecnici. Attenzione alle vendite al dettaglio americane alle ore 14.30, che potrebbero portare ad aumenti di volatilità sui mercati e sul dollaro in generale, oltre che alle ore 11, quando la BCE rilascerà il report mensile che, dopo le dichiarazioni di ieri, dovrebbe comunque essere curato con attenzione in ottica di prevenzione, anche se non dovrebbe impattare molto sugli andamenti valutari e dei listini.
QUADRO TECNICO
EurUsd: perfetta la situazione tecnica delineata sull’euro ieri, con la mancata entrata long dato il mancato superamento a rialzo di area 1.3665 e con l’entrata corta sul superamento di 1.3625 ed approfondimento sotto .3610 che ha portato all’approdo a 1.3575. Siamo ora di fronte ad una situazione difficilmente interpretabile secondo i nostri metodi, sia a 1 ora che a 4 ore, restiamo dunque in attesa del raggiungimento di area 1.3665 per valutare eventuali rotture a rialzo per estensioni verso 1.3680 ed eventualmente tra 1.3700 e 1.3720, con l’idea che dei ritorni sotto area 1.3595 potrebbero aprire la strada verso i minimi di ieri che se superati di una quindicina di punti potrebbero lasciare spazio verso 1.3540.
UsdJpy: ottima anche l’idea di attendere il raggiungimento di area 102.60/75 per impostare acquisti di yen, con i prezzi che hanno raggiunto l’altro livello chiave indicato in 102.00 e che potrebbero tentare degli approfondimenti sotto l’area di trigger passante per 101.75. Sotto di essa è possibile attendersi tentativi di approfondimento verso 101.40, mentre in caso di loro tenuta (da valutare con l’ausilio di uno stocastico a 4 ore in ipervenduto) è possibile valutare ripartenze verso 102.00 che dev’essere superato, a nostro parere, di almeno un quarto di figura per offrire potenzialità di acquisto di dollaro verso 102.60.
EurJpy: dei due livelli di vendita individuati ieri (139.10 in stop entry e 140.35 in limit entry) è stato raggiunto il primo, con l’effettivo compimento di un estensione nell’ordine dei 30 punti ipotizzati (in realtà sono stati 45). Ci troviamo ora sotto l’area statica rappresentata da 139.50, con i prezzi in contrazione di volatilità. Potrebbe essere possibile seguire eventuali estensioni oltre 139.75 prima di pensare ad eventuali allunghi verso i massimi di 140.30 ovvero l’approfondimento sotto l’area di minimi di questa notte passante per 138.80, con l’attenzione a valutare operativamente il superamento dei minimi di ieri che potrebbero portare ad estensioni verso 138.15 e figura (anche qui, secondo il nostro metodo, non vi sono configurazioni precise).
GbpUsd: chi ha letto il nostro articolo di ieri (http://ow.ly/tzQyk) avrebbe dovuto avere chiara l’idea che, per la sterlina, scendere sarebbe potuto essere molto difficile. Abbiamo raggiunto l’area critica di 1.6535 dopo il superamento a rialzo di 1.6485 e, dopo un po’ di battaglia tra acquirenti e venditori, il cable è partito per importanti salite, come ipotizzato. Siamo ora di fronte a potenziali tentativi di correzione che potrebbero divenire importanti una volta che dovesse essere superata l’area data dalla media a 21 visibile su un time frame orario, insieme ai punti statici precedenti passanti per 1.6565, nel qual caso potrebbe essere possibile puntare la media a 21 a 4 ore. Nel caso da non escludere che i primi livelli di supporto visti tengano, è possibile lavorare in acquisto di sterlina con stop e reverse sotto area 50 per puntare a ritorni verso i massimi di stanotte, che se superati (anche senza passare dai supporti) di almeno una quindicina di punti potrebbero portare ad estensioni in grado di arrivare tra 1.6650 e 1.6665.
AudUsd: mancato raggiungimento dell’area rialzista individuata in 0.9085 ed approfondimento sotto area 0.9030 che ha portato al raggiungimento di 0.90 figura prima dei dati, sui quali, come accennato, è avvenuta la rovinosa discesa del dollaro australiano. Su un grafico a 4 ore i prezzi si sono mantenuti sopra i supporti statici passanti tra 0.88 ¾ e 0.8900, area sulla quale potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti di dollaro australiano per pensare di prendere dei rimbalzi delle quotazioni ma che, se superata, potrebbe fornire spunti ribassisti verso 0.8830. Su un grafico orario invece è soltanto possibile attendere l’arrivo verso 0.8975 ovvero sui supporti appena visti, prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività, che seguiremo sul sito www.dailyfx.it, all’interno della sezione apposita (http://ow.ly/tzRmn).
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