ROMA (WSI) – Intervenendo in Aula, la senatrice di Forza Italia Maria Elisabetta Alberti Casellati chiede le dimissioni del presidente del Senato Piero Grasso. Dal partito azzurro si leva un coro unanime.
Mara Carfagna definisce ”una forzatura giuridica” la decisione di Grasso di far costituire il Senato come parte civile al processo a carico di Silvio Berlusconi, sulla presunta compravendita di senatori, all’epoca della caduta del secondo govervo Prodi, tra 2007 e 2008.
Palazzo Madama sarà dunque ”persona offesa” al processo che inizierà l’undici febbraio a Napoli. Il senatore Lucio Malan parla di ”malafede, parzialità politica e moralità ad orologeria”. La replica di Grasso: ”Intendevo difendere la dignità del Senato”
”La mia scelta aprioristica avrebbe impedito al tribunale di verificare se il Senato è titolare di diritti che si dicono lesi. Questo il motivo per cui ho deciso di castrare la possibilità che la dignità del Senato sia lesa. Non è mai successo perchè non c’è mai stato un processo simile, con le date delle sedute in cui sono successi i fatti”.
Il presidente del Senato Piero Grasso accoglie l’invito di Forza Italia e illustra così le motivazioni della sua decisione. Il vertice di Palazzo Madama assicura ”nessuna persecuzione, nessun pregiudizio nei confronti dell’imputato”.
Durante il suo intervento, i parlamentari di Forza Italia hanno lasciato l’Aula. ”Non ho umiliato il Consiglio di Presidenza. Sono andato alla seduta aperto ad ogni soluzione. Ma anche dopo aver sentito la senatrice Casellati dire che il Consiglio non era competente a decidere mi sono rafforzato nella convinzione che fossi io a dovermi pronunciare. Ricordo che non ci sono state votazioni” ha aggiunto il presidente.
Il voto contrario del Consiglio di presidenza
La decisione di Grasso arriva nonostante il consiglio di presidenza si fosse pronunicato negativamente, con dieci voti contrari e otto a favore. La senatrice di Scelta Civica, Linda Lanzillotta, e l’esponente del Partito Popolare per l’Italia, Antonio De Poli, hanno deciso di esprimersi insieme a Forza Italia, Gal, Ncd e Lega contro la costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori.
La vicenda
I fatti a processo riguardano l’uscita dalla maggioranza di centrosinistra nel 2008 del senatore Sergio De Gregorio. Un passaggio politico a seguito del quale il governo guidato allora da Romano Prodi non ebbe più il sostegno parlamentare. L’ipotesi è la corruzione da parte di Silvio Berlusconi, allora capo dell’opposizione. Il Pd: da Grasso atto dovuto ”La compravendita dei senatori durante il governo Prodi, che la magistratura sta giustamente perseguendo attraverso un processo, e’ un fatto molto grave che ha umiliato il Senato e la nostra democrazia”. Lo sostengono, in una dichiarazione congiunta, Valeria Fedeli, Rosa Maria Di Giorgi, Angelica Saggese, Silvana Amati, Luciano Pizzetti, tutti senaotri Pd, che aggiungono: ”Il presidente Grasso ha compiuto un atto dovuto”. (Rainews)