L’alta volatilità che sta caratterizzando le borse mondiali nelle ultime sedute per via dell’emergenza coronavirus è un fenomeno destinato a continuare nelle prossime settimane. I risvolti di questa situazione saranno tangibili anche sulla crescita economica mondiale tanto che l’Ocse, nel suo Interim Economic Outlook, ha recentemente tagliato di mezzo punto percentuale le stime sulla crescita mondiale nel 2020 rispetto a quanto aveva previsto nell’Economic Outlook del novembre scorso. Pertanto, secondo l’organizzazione di Parigi, il Pil globale quest’anno crescerà del 2,4%, contro il +2,9% del 2019.
Inoltre anche la decisione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare lo stato di pandemia ha provocato ulteriore incertezze sui mercati.
Secondo Daniele D’Arienzo (nella foto), gestore di Framont & Partners Management:
“Quello a cui abbiamo assistito è un sell off generalizzato su tutte le borse mondiali con conseguente significativo incremento della volatilità con l’indice VIX che in una settimana che e’ passato da un valore di 14.98 (apertura 18 febbraio) ad un valore di 41.94 (chiusura 6 Marzo). Le perdite sono state di ampia portate nei settori considerati più vulnerabili quali i viaggi, le compagnie aeree ed i beni di lusso.
Male anche i titoli legati al petrolio e il settore finanziario. Modalità generalizzata di risk off che ha favorito i beni rifugi/safe haven come i Treasury, l’oro, lo yen e il franco svizzero (chf)” spiegano gli esperti del fondo maltese.
Cosa ci si può aspettare?
“Per epidemie di virus, come la SARS, l’influenza H1N1, l’influenza suina o l’Ebola, una volta emerso un chiaro schema di declino di nuovi casi, i mercati si sono ripresi rapidamente, in genere entro 3-6 settimane. In uno scenario positivo ovvero contenimento/declino dei contagi” spiega D’Arienzo, aggiungendo che in questo contesto, ” le banche centrali continueranno a sostenere i mercati dei capitali con una politica accomodante e un ulteriore allentamento quantitativo”.
Come strutturare il portafoglio?
Le gestioni di FRAMONT sono in generale costruite puntando da un lato su un’estrema diversificazione settoriale, geografica e di asset class e dall’altro su un costante controllo della volatilità, cercando in tutti gli scenari di minimizzare il rischio e quindi di ottimizzare l’efficienza di portafoglio, calcolata appunto come rapporto tra rischio e rendimento.
“In questo scenario di panic selling le nostre gestioni hanno contenuto le perdite e si sono comportate meglio dei mercati” chiariscono da Framont & Partners Management, che elencano nel dettaglio i punti principali della strategia:
- Incremento Posizioni liquidità (Cash)
- Incremento posizioni su beni rifugio (Safe Haven Assets), quali le valute basso carry (yen e franco svizzero), core sovereign bonds (Bunds) e fondi obbligazionari
- Incremento dell’acquisto di opzioni put (simile all’acquisto di un’assicurazione, protegge il portafoglio con perdita certa/limitata pari al premio pagato ma con un guadagno potenzialmente illimitato, asimmetria di payoff)
- Riduzione duration sui titoli obbligazionari
- Graduale riduzione esposizione su Azioni/Equity