Abbandonare per sempre l’area di Schengen: è questo il primo provvedimento da presidente che Marine Le Pen eseguirebbe in caso di vittoria alle elezioni di aprile-maggio. La candidata del Front National, data per perdente al secondo turno in una eventuale sfida con Emmanuel Macron e anche con Francois Fillon, ha detto che i lavoratori francesi dovrebbero avere la priorità sugli altri per quanto riguarda i posti di lavoro assegnati nel paese.
Le Pen, parlando in un colloquio con Nigel Farage, l’ex leader del partito di destra radicale inglese UKIP, ha aggiunto che imporrebbe dei dazi alle importazioni per proteggere i prodotti francesi, stando a quanto riferito da Bloomberg. Si tratta di una misura che provocherebbe un’escalation nella guerra commerciale già in atto tra gli Stati Uniti, la Cina e altri grandi paesi mondiali che si trovano a dover trovare un equilibrio tra il libero commercio mondiale e la difesa delle proprie imprese locali dalla minaccia della globalizzazione.
A un mese di distanza dal voto che rischia di mandare in frantumi l’Eurozona. Le Pen, il cui programma politico è improntato alla chiusura delle frontiere, all’addio all’Unione Europea e alla moneta unica e a uno stampo protezionista in ambito commerciale, ha recuperato qualcosa nei sondaggi su Fillon, ma ha perso una lunghezza su Macron, l’ex ministro dell’Economia che si è candidato con un movimento indipendente “En Marche!”.
Secondo il sondaggio condotto con cadenza giornaliera da Opinionway al secondo turno del 7 maggio Le Pen perderebbe con il 39% dei voti contro il 61% di Macron, mentre contro Fillon, travolto dagli scandali, la partita sarebbe più equilibrata (56%/44%, meglio del 57%/43% della rilevazione di ieri). Al primo round del 23 aprile la leader del Front National, partito di destra radicale antieuropeista, è vista avere la meglio sulla concorrenza con un 27% dei voti (percentuale invariata), contro il 25% di Macron (da 24%) e il 19% di Fillon (20%). I mercati danno al 30% circa le chance di vittoria di Le Pen e oltre al 50% quelle di Macron.
L’area di Schengen è la zona europea delimitata in cui le persone sono libere di circolare liberamente. Comprende 26 paesi tra cui quattro Stati che non fanno parte dell’area euro o in alcuni casi dell’Unione Europea, come per esempio la Svizzera. Prima della Brexit, vi faceva parte anche il Regno Unito. È stata rimessa in discussione dopo gli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles.