(WSI) – Siena – Non ci sara’ alcun Glass-Steagall Act in versione francese, ma una sorta di Volcker Rule morbida. Il governo socialista transalpino ha ceduto in parte alle pressioni delle lobby della finanza. Le banche potranno continuare senza ostacoli le loro attivita’ che servono al finanziamento dell’economia, come sottolineato dal ministro delle Finanze Moscovici.
Ma dovranno eseguire quelle operazioni considerate non strettamente necessarie al finanziamento dell’ecomomia solo esclusivamente attraverso la loro divisione di investimento, per evitare di coinvolgere la sezione retail dell’istituto.
E in ogni caso verra’ loro vietato di effettuare pratiche troppo rischiose come le attivita’ di trading ad alta frequenza o le scommesse sui derivati sulle materie prime agricole.
La legge bancaria del 1933 nota come Glass-Steagall Act (dal nome dei suoi promotori) istitui’ l’autorita’ di regolamentazione Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) negli Stati Uniti e introdusse riforme bancarie, alcune delle quali sono state progettate per controllare la speculazione. La Volcker Rule prevede invece la separazione in seno a un istituto di credito tra attivita’ di investimento e retail.
Tassi di interesse: i timori di una crisi politica in Italia hanno condizionato l’andamento delle borse europee e degli spread di ieri. Il differenziale italiano si è nuovamente portato in prossimità dei 330 pb ed il listino azionario italiano è risultato ieri l’unico in calo in ambito europeo. Come nelle attese la riunione della Bce si è conclusa con un nulla di fatto sul tasso di riferimento, anche se Draghi ha affermato che il taglio è stato ampiamente discusso all’interno del board. Una breve discussione c’è stata anche sul tema del tasso negativo sui depositi presso Bce, in modo particolare sui possibili effetti collaterali di una tale decisione. Sulle operazioni di rifinanziamento ha confermato il mantenimento delle attuali condizioni su tassi e piena allocazione delle richieste fino a metà 2013. La Bce vede bilanciati i rischi sull’inflazione mentre al ribasso quelli sulla crescita. Lo staff della Bce ha ridotto le stime su Pil ed inflazione dell’area Euro del 2013 portandole (in termini di valore medio del range) al -0,3% da +0,5% e 1,6% da 1,9% rispettivamente. Per quest’anno sono state ridotte le stime su Pil al -0,5% da -0,4%, mentre quelle sull’inflazione sono rimaste invariate al 2,5%. Per la prima volta lo staff della Bce ha fornito una stima sul Pil del 2014 visto in rialzo all’1,2%.
Draghi si attende una timida ripresa della crescita a partire dalla seconda metà del 2013. La revisione peggiorativa del pil della Bce è stata confermata questa mattina anche dalla Bundesbank che ha rivisto drasticamente al ribasso la crescita tedesca 2013, portandola a +0,4% dal precedente +1,6%. Considerato il calo delle stime sul Pil e l’ampia discussione nella riunione di oggi, non escludiamo un taglio del tasso di riferimento nei prossimi mesi. Sul nuovo programma di acquisto di bond ha ribadito che l’attivazione dell’Esm è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Nessun cambiamento anche da parte della BoE che ha lasciato invariati tassi e ammontare di acquisto di bond. Sul fronte macro segnaliamo il rialzo degli ordini industriali tedeschi di ottobre che hanno visto un forte rialzo della domanda da parte dei paesi extra area Euro. La seconda lettura del Pil del terzo trimestre dell’area Euro ha invece confermato la recessione in atto, con un contributo negativo di investimenti e scorte.
Negli Usa, il maggior ottimismo collegato ad un possibile compromesso sul tema del fiscal cliff si è tradotto in una seconda giornata di listini in rialzo. Alcuni repubblicani in una lettera hanno formalizzato la loro disponibilità a prendere in considerazione tutte le opzioni, sebbene l’ostacolo più arduo da sormontare rimane al momento la richiesta di Obama di aumentare le tasse per i redditi superiori a 250.000$. Nel frattempo sul fronte macro i dati inerenti alle richieste di sussidi settimanali per la disoccupazione sono risultati migliori delle attese. Oggi l’attenzione è focalizzata sui dati sul mercato del lavoro di novembre, su cui potrebbe pesare l’effetto dell’uragano Sandy.
Valute: euro sotto in prossimità di 1,29 vs dollaro, dopo la forte revisione peggiorativa del Pil da parte dello staff Bce, al punto di segnalare un calo per il 2013. Inoltre, l’accenno di Draghi “ampia discussione” sull’ipotesi di taglio tassi, ha contribuito ad alimentare l’aspettativa di una mossa comunque imminente in tal senso, penalizzando pertanto la valuta unica. Possibili movimenti oggi sul cambio potrebbero verificarsi dopo l’uscita dei dati macro statunitensi. Il livello di supporto si colloca ad 1,292-1288, mentre quello di resistenza 1,307. La moneta nipponica rimane stabile vs dollaro in area 82, mentre si è apprezzata vs euro in area 106. Il livello di supporto si colloca a 106,2 mentre quello di resistenza a 107,6.
Materie prime: calo generalizzato per il settore energetico nella giornata di ieri. Il Brent dopo essere sceso ieri sera di circa l’1,6% stamattina, lo stesso, recupera qualcosa. Stessa sorte per il Wti, sceso ieri dell’1,8%. Leggero rialzo per il caffè, dopo la seduta di martedì che ha visto il prezzo scendere ai minimi da due anni e mezzo. Dall’inizio dell’anno il prezzo è diminuito di oltre un terzo, una delle peggiori performance tra le materie prime. L’oro si è riportato sopra la soglia dei 1700 dollari per oncia.
Tra gli appuntamenti clou di giornata in agenda macro i dati sul mercato del lavoro di novembre Usa, alle 14.30 italiane.
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