Aspettando le legislative, gli investitori possono aspettarsi una reazione positiva, ma senza grande euforia, da parte dei mercati azionari e valutari, dal momento che la vittoria di Emmanuel Macron era già scontata nei prezzi. Le Borse tireranno un sospiro di sollievo e l’euro dovrebbe rinsaldare la sua posizione nei confronti del dollaro Usa, ma l’entusiasmo avrà vita breve. Sull’obbligazionario i titoli governativi francesi dovrebbero consolidare i rialzi visti nei giorni precedenti al voto, mentre i premi di rischio su euro e Oat dovrebbero ridursi.
Sarà dunque risk-on, ma per una durata e con uno slancio limitati, alla riapertura degli scambi dopo l’elezione del 39enne Macron, candidato centrista e prediletto delle élite europee, con un buon margine di vantaggio. In particolare, come segnalano gli analisti di Wisdom Tree, per lo scemarsi della minaccia per la sopravvivenza dell’Europa unita. Con il 34,2% di voti l’anti europeista Marine Le Pen si è fatta battere anche dagli elettori che non hanno optato per nessuno dei due rivali al ballottaggio (tasso di astensione al 25,3%, massimo dal 1969, sommato alle schede bianche o nulle, stimate all’8,9%).
Probabilmente la vittoria del candidato pro-europeista rafforzerà la fiducia degli investitori e invertirà l’andamento divergente dei rendimenti obbligazionari dell’Eurozona, secondo Nick Leung, Research Analyst di WisdomTree. Il trend si era peraltro già manifestato “in maniera evidente sui mercati dei titoli di Stato europei” con gli spread degli Oat decennali francesi nettamente ridottisi rispetto i Bund tedeschi a dieci anni (meno 30 punti base) subito dopo il primo turno. “Tuttavia, rispetto ai differenziali di rendimento pre-elettorali, pari a 30 punti base, gli attuali spread di 50 punti base appaiono eccessivi, indicando come vi sia ancora margine per una diminuzione“.
“Per ciò che concerne i titoli azionari è probabile prosegua il rally dei panieri dell’Eurozona e gli investitori che hanno deciso di posizionarsi con convinzione sulla vittoria di Macron potrebbero essere interessati a puntare sull’azionario a beta elevato – come ad esempio le esposizioni lunghe a leva sulle banche europee o sui titoli tedeschi, optando per scommesse tattiche. A favore dei titoli bancari dell’Eurozona depongono le valutazioni a forte sconto, in concomitanza all’irripidimento della curva dei rendimenti che sta rilanciando le opportunità di profitto sul carry trade. Le strategie small-cap e le esposizioni sul segmento azionario orientate ai titoli growth di qualità dovrebbero essere prese in considerazione come scommesse sullo stile strategico per il resto del 2017″.
Secondo l’analista di State Street Tim Graf la vittoria ampiamente attesa farà tirare un sospiro di sollievo ai mercati “per qualche settimana” per quanto riguarda la situazione politica europea. Il problema riguarda nell’immediato le elezioni legislative di giugno e in un secondo momento la capacità di varare le riforme di cui il paese ha bisogno. Molti analisti sono scettici circa il successo del 39enne neo eletto presidente. L’economista globale di Fidelity International Anna Stupnytska, ad esempio, ha la sensazione che il movimento En Marche! farà fatica a mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Anche gli analisti di Moody’s sottolineano che Macron dovrà superare diversi test difficili.
“Il risultato è nel breve termine una buona notizia per gli asset rischiosi e per l’euro, ma dato il costante vantaggio di Macron nei sondaggi relativi al secondo turno, i benefici sia per le attività rischiose che per la moneta unica saranno molto probabilmente più moderati rispetto a quelli osservati due settimane fa. Riteniamo che l’attenzione si sposterà su come il movimento politico e nuovo partito di Macron, En Marche!, si posizionerà in vista delle prossime elezioni parlamentari, previste a giugno, e sulla forza della coalizione che lo sosterrà come leader di quello che sarà probabilmente un partito di minoranza”.
Mercati, prepararsi a un nuovo asset pricing
Per il suo collega Bill Street il risultato, “insieme all’accordo preliminare riguardo al debito della Grecia raggiunto la settimana scorsa, dovrebbe offrire supporto a un rally di breve termine. Guardando al futuro, Macron dovrebbe riservare solamente sorprese positive. Nel caso in cui mantenesse lo status quo, proseguirebbe l’attuale situazione di stallo politico, ma ciò avverrebbe in un contesto caratterizzato da un ambiente esterno favorevole e da un costante miglioramento della crescita. In uno scenario più roseo, Macron potrebbe conquistare il parlamento e avviare una partnership con la Germania per lanciare riforme significative. Questo potrebbe dare un sostanziale impulso ai mercati entro la fine dell’anno, circostanza che non è stata ancora incorporata nelle valutazioni. In entrambi i casi potremmo assistere a un nuovo market pricing dovuto all’accelerazione della normalizzazione della politica monetaria della Banca Centrale Europea, soprattutto se i dati continuassero a migliorare”.
Anche l’opinione del team di strategist di T. Rowe Price è che l’esito è accolto in modo positivo dai mercati perché molti investitori hanno preferito non prendere alcun rischio dopo essere rimasti scottati con Brexit e elezione di Trump:
“nonostante la vittoria di Macron fosse stata parzialmente scontata dopo la vittoria al primo turno, la possibilità che Marine Le Pen potesse diventare presidente continuava a generare timori sufficienti a bloccare i prezzi”.
Adesso che la vittoria di Macron è stata confermata, è prevedibile un ulteriore rally di mercato, dicono gli analisti: “È indiscutibile che, rispetto a una presidenza della Le Pen, la presidenza di Macron sia una buona notizia per i mercati azionari europei. Si tratta di uno scenario che riduce il rischio geopolitico nella regione e dovrebbe generare opportunità economiche”, dichiara Dean Tenerelli, portfolio manager della European Equity Strategy. “Dovrebbe avere risvolti positivi anche per l’euro. Quest’anno, il principale rischio valutario è stata la prospettiva di una conquista dell’Eliseo da parte di un candidato di estrema destra e anti-UE. Ora che questo rischio è alle spalle, i mercati si focalizzeranno maggiormente sui fondamentali“.
È anche probabile che, con il rientro dei timori degli investitori sul rischio sovrano francese, gli spread si riducano. “Di recente, le obbligazioni decennali francesi offrivano interessi fino a 50 punti base in più rispetto alle obbligazioni decennali tedesche, ma prevediamo un leggero rientro di questi livelli verso la media dell’anno passato“, ha dichiarato Ken Orchard, portfolio manager del team Global Fixed Income. “Tolta la Francia dallo scenario del rischio politico, i mercati inizieranno a interessarsi di altri problemi”.
Rischi da legislative e da incertezza politica in Italia
Non tutto lo scenario è tinto di rosa, però, per l’Europa: per esempio la vittoria alle primarie del PD di Matteo Renzi, che è stata interpretata positivamente dai mercati, è in realtà un segnale d’allarme secondo Ugo Lancioni, Senior Portfolio Manager ed Head of Global Currency presso Neuberger Berman. Questo perché alimenta le chance di un voto anticipato e dunque aumenta l’incertezza politica in Italia.
“Inoltre il calo marcato dei prezzi energetici rappresenta un fattore di tensione. “La dinamica di una reflazione globale potrebbe essere messa in discussione in un quadro di prezzi deboli delle materie prime e del petrolio. Questo ha il potenziale di riapparire sul radar degli investitori e potrebbe avere un impatto nelle decisioni di politica monetaria che verranno prese in futuro”, secondo il gestore.
Il programma di riforme di Macron potrebbe ora scontarsi, tuttavia, con lo scoglio delle legislative di giugno. Non è affatto detto che con candidati di un partito giovane come il suo, che verranno pescati al 50% dalla società civile e al 50% dalla scena politica, Macron “potrebbe dover affrontare sfide impegnative in Parlamento, che potrebbero intralciare i cambiamenti politici alquanto necessari”. È il parere espresso dalla casa di gestione Usa MFS Investment Management.
Il tecnocrate centrista, secondo la casa di gestione americana, “combatterà per avviare le necessarie riforme del lavoro, costringendo la Francia a rimanere impantanata in una fase di crescita bassa e un livello di disoccupazione relativamente alto, preservandone lo status-quo. L’impatto sui mercati sarà comunque minimo nel corso della prossima settimana, dato che la vittoria di Macron è già stata praticamente prezzata”.
Secondo Nadège Dufossé, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group, una continuazione della diminuzione del premio al rischio dipenderà dalla pubblicazione dei primi sondaggi sulle elezioni parlamentari. “Buone notizie, che impattano positivamente sulla possibilità di implementare il suo programma di riforma dopo le elezioni parlamentari, saranno ulteriormente positive per l’azionario dell’Eurozona, e i flussi (oltreoceano) continueranno ad arrivare, mentre gli investitori si focalizzeranno ancora una volta sui fondamentali del Paese”. Le Borse in Eurozona beneficiano di un ciclo macroeconomico a supporto, di aspettative di crescita degli utili più alte rispetto a quelle degli Stati Uniti e di valutazioni attraenti”.
Commento di Brandywine Global (affiliata Gruppo Legg Mason)
“Macron è riuscito a superare lo scetticismo sul suo status di outsider politico – e in un certo senso l’ha usato a proprio vantaggio – per conquistare il secondo e ultimo turno delle elezioni presidenziali francesi. Per noi di Brandywine Global la sua vittoria rappresentava lo scenario più positivo, vista l’esperienza di Macron nel settore degli investimenti bancari e la sua carica come ministro dell’Economia durante il secondo governo Valls.
Una volta insediato, riteniamo che Macron adotterà politiche economiche a favore delle imprese, per attrarre investimenti in Francia, e allo stesso tempo si dedicherà a temi progressisti, come preservare il tessuto sociale francese. Tuttavia, i discorsi di Le Pen e la sua campagna “Scegliere la Francia” continuano a risuonare in tutto il paese, e mettono Macron di fronte alla sfida di mediare tra le esigenze delle imprese e quelle dei lavoratori. Il nuovo presidente dovrà anche confrontarsi con il tema della sicurezza nazionale, molto complesso, soprattutto dopo l’attacco terroristico del 20 aprile scorso a Parigi. Perciò, Macron avrà sicuramente i suoi problemi da affrontare durante la presidenza. In quanto outsider politico, dovrà mettere insieme una coalizione molto ampia, sulla falsa riga della Germania, affinché il parlamento approvi il suo ambizioso programma. Le elezioni parlamentari di giugno ci diranno come il presidente Macron costruirà la coalizione.
Mentre alcune questioni rimangono aperte, la vittoria di Macron dovrebbe supportare il rischio rally. Pensiamo anche che i rendimenti dei beni rifugio, come i bond governativi giapponesi (JGB), i Bund tedeschi e i Treasury statunitensi, cominceranno a salire. Riteniamo che il rendimento degli OAT potrebbe rimanere costante, o forse salire leggermente a seconda delle aspettative sulla crescita dell’eurozona e dell’inflazione; il settore manifatturiero locale, misurato dai report del Purchasing Manager Index (PMI), ha mostrato forti risultati prima delle elezioni. Se tutto il resto non cambia, la presidenza di Macron dovrebbe aprire la strada a una riduzione degli acquisti da parte della Banca Centrale Europea nel corso dell’anno, e a una politica monetaria in generale più restrittiva. Una volta che saranno terminate le elezioni in Europa, il mercato e le dinamiche economiche non dovrebbero più essere ostaggio di quelle politiche.”
Julien Lafargue, European Equities Strategist di JP Morgan Private Bank
Il risultato di ieri dovrebbe essere positivo per il sentiment e gli asset di rischio in generale. Tuttavia, essendo ampiamente in linea con i recenti sondaggi, questo risultato era già stato largamente anticipato da parte degli operatori di mercato e pertanto prevediamo che l’impatto di qualsiasi nuovo rialzo sarà più modesto di quello che abbiamo registrato dopo il primo turno.
A livello macroeconomico, l’attenzione nella zona euro si allontanerà ora dalla politica spostandosi verso la BCE. Con un’agenda politica che dovrebbe rimanere relativamente leggera per alcuni mesi, il meeting della BCE dell’8 giugno offrirà probabilmente alcune indicazioni sull’argomento chiave del tapering. Infatti, un minore rischio politico unito a un solido background macroeconomico e alle prime indicazioni di una ripresa nell’inflazione core sostiene un graduale allontanamento dall’attuale regime politico estremamente accomodante.
Morgane Delledonne, Fixed Income Strategist di ETF Securities
Macron ha raccolto il 65,9% dei voti, 3 punti in più rispetto agli ultimi sondaggi. Nel complesso, ci aspettiamo che gli operatori del mercato possano considerare la vittoria di Macron come un sollievo. Lo spread dei bond francesi-tedeschi si era già contratto a 43 punti base lo scorso venerdì prima dei risultati, dal livello di oltre 85 punti base registrato in previsione del primo turno, ma deve ancora tornare al livello pre-elettorale di 30 base points.
Tuttavia, Francia e Europa sono sopravvissute solo per un soffio al populismo. Un terzo dell’elettorato francese non ha votato in questo secondo turno e Marine Le Pen ha ottenuto il 34,1% dei voti, quasi il doppio di quello che suo padre aveva ottenuto nel 2002, lasciando al neo-eletto presidente grandi sfide interne.
Il prossimo passo decisivo per la Francia saranno le elezioni parlamentari. Gli ultimi sondaggi indicano il partito di Macron “En Marche” come il primo al Parlamento seguito dai repubblicani. Questa probabile maggioranza di centro-destra al Parlamento sta aumentando le possibilità di Macron di far approvare le sue riforme liberali sulle tasse, sul lavoro e sul commercio.
Benjamin Melman, Head of Asset Allocation e Sovereign Debt di Edmond de Rothschild Asset Management
Poiché i sondaggi indicano che le elezioni tedesche non porteranno ad alcuna sorpresa negativa, la vittoria di Macron elimina, almeno per i prossimi mesi, il rischio politico europeo, che era invece aumentato drasticamente in seguito al referendum britannico e alle elezioni statunitensi. Ciò è chiaramente positivo per l’andamento del mercato azionario dell’Eurozona e per le obbligazioni subordinate. Da più di un anno, infatti, molti investitori non europei hanno venduto in modo massiccio le loro esposizioni in azioni europee e i flussi sono tornati positivi solo di recente.
Grazie all’accelerazione della crescita (che potrebbe raggiungere il 3% secondo le ultime stime) e l’EPS in forte rialzo, e considerato inoltre che le politiche della BCE rimangono molto accomodanti, c’è in questo momento spazio per una dinamica positiva dell’azionario europeo, ancora sottovalutato rispetto all’azionario statunitense. Dobbiamo comunque tenere presente che il quadro politico italiano, al momento, resta molto incerto e il successo del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni (che si terranno con tutta probabilità nel 2018), è piuttosto probabile. Riteniamo quindi che il fattore di rischio politico in Europa tornerà in prossimità delle elezioni politiche italiane.
Tom Ross, Credit Portfolio Manager di Henderson GI
Gli asset rischiosi continuano a tirare un respiro di sollievo a seguito della vittoria di Emmanuel Macron. I mercati del credito hanno registrato un rally significativo durante il primo turno, con gli spread sui bond europei “investment grade” che sono tornati a restringersi sui livelli di settembre 2016. I sondaggi hanno anticipato che Macron avrebbe vinto con un margine discreto e così, ieri, l’esito del voto non ha sorpreso. In ogni caso, ci aspettiamo una modesta reazione positiva sul mercato del credito.
Avevamo già sfruttato la prima fase del primo turno delle elezioni per proteggere alcuni titoli sottopesati dal “rischio francese”, scegliendo principalmente di garantire questo tipo di copertura all’interno dei settori finanziari e attraverso bond governativi. Sin dall’inizio del primo turno, abbiamo progressivamente aumentato l’esposizione al rischio dei nostri portafogli via via che la vittoria di Macron diventava sempre più probabile.
Sembra che, almeno per i mesi estivi, il rischio politico in Europa verrà messo da parte. L’attenzione si sposterà piuttosto sulla retorica della Banca centrale e, in particolare, su qualsiasi cosa la Bce e Mario Draghi avranno da dire in merito alla fine del QE e del CSPP, specialmente per l’impatto che alcune dichiarazioni potrebbero avere sui portafogli europei.
Britta Weidenbach, Head of European Equities at Deutsche Asset Management
Quello che riteniamo sia stato il principale rischio politico in Europa nell’anno in corso, è stato felicemente evitato con l’esito delle elezioni francesi. Anche le maree populiste sembrano avere raggiunto il picco. Abbiamo preso questa occasione per aumentare le azioni europee, in quanto riteniamo che l’incertezza politica sia stata il principale fattore che ha trattenuto gli investitori, in particolare gli investitori stranieri, dallo spostare i loro fondi in Europa.
I vantaggi dell’Europa non possono più passare inosservati. Accanto allo stabile ambiente macroeconomico, è l’earning momentum per le imprese europee e questo ne fa un forte caso per investire in Europa. Quest’anno ci aspettiamo una crescita a due cifre rispetto all’anno scorso. Finora, i bilanci hanno confermato la nostra positiva previsione sui fondamentali. Le azioni europee si stanno negoziando a multipli ragionevoli, in particolare rispetto a quelli degli Stati Uniti. Sebbene molti investitori considerino l’Europa attraente, questa visione non si riflette ancora nelle loro decisioni di investimento. Quest’anno finalmente vedremo il punto di svolta per l’Europa, ora che è tornata una crescita accettabile degli utili, dopo cinque anni di risultati flat.
Con Emmanuel Macron, c’è un forte partner della Germania. La sua presa di posizione potrebbe accelerare le speranze degli investitori per un’ulteriore integrazione europea, forse in forma di una politica fiscale più coordinata e stimolante. Alla fine dell’anno, la stabilità dell’Europa potrebbe anche risultare più alta di quando l’anno ha avuto inizio. Detto questo, è importante non sopravvalutare i risultati delle elezioni perché rivelano anche un alto grado di insoddisfazione politica e una perdita di fiducia nei partiti da parte degli elettori. Ciononostante: le ultime sei elezioni in Europa hanno visto il candidato nazionalista che ha sottoperformato rispetto ai risultati previsti dai sondaggi.
Complessivamente, vediamo un lieve aumento del rischio politico in tutta Europa. Tuttavia, poichè la separazione britannica dall’Europa implica attrito e incertezza, ci aspettiamo che Brexit rimanga un onere economico nel breve e medio termine non solo per il Regno Unito ma anche per il resto dell’UE. Non importa quanto saranno efficaci i negoziati perchè, al massimo, potranno solo ridurre al minimo i danni, non eliminarli completamente. Ciò significa che il più grande rischio continua ad essere l’Italia in cui l’insoddisfazione politica e il fragile settore bancario si incontrano con una crescita economica in calo. Non ci aspettiamo che l’Italia possa tenere nuove elezioni prima del quarto trimestre del 2017.
Steven Andrew, gestore del fondo M&G Income Allocation
“Il risultato di una delle elezioni presidenziali francesi più agguerrite degli ultimi anni si è rivelato in linea con i sondaggi: Emmanuel Macron è stato scelto come nuovo leader del Paese. Questo segna un importante cambiamento nella narrativa sulla politica europea: non tutto il malcontento popolare in Europa può essere canalizzato nel sentimento anti Europa o puramente nazionalistico.
La vittoria di Macron è certo una buona notizia per chi sostiene il progetto europeo, in quanto il suo programma è centrato su un’integrazione più profonda e una migliore cooperazione tra i vari Paesi dell’Unione. Inoltre, essendo un convinto sostenitore del libero scambio e della globalizzazione, il nuovo Presidente francese vorrà sfruttare questi trend, piuttosto che accanirsi per invertirne la tendenza. Questo rende la sua vittoria ancora più rimarchevole, dato che il malcontento popolare era stato interpretato come il rifiuto tanto di una più forte integrazione EU quanto dei meriti della globalizzazione. La sua vittoria, tuttavia, fa più pensare a cosa è stato rifiutato piuttosto che a un netto cambiamento nella direzione della politica francese. Certamente, Macron ha arrestato lo status quo bipartitico, con l’adozione di uno stile sulla falsa riga della ‘Terza Via’ di Blair – almeno sulla carta. Dovremo aspettare fino alle elezioni dell’Assemblea Nazionale di giugno per determinare fino a che punto questo risultato rappresenta un cambiamento concreto nella direzione della politica economica francese.
Fatta questa premessa, potrebbe essere saggio concludere che il risultato di ieri rappresenta più un rifiuto del partito della Le Pen e del nazionalismo piuttosto che un accorato e pieno sostegno dell’internazionalismo di Macron. Per Macron, il verdetto popolare più importante sulla sua agenda politica per la Francia arriverà a giugno con le elezioni dell’Assemblea Nazionale. Dal momento che lui è alla guida di un partito di minoranza di recente formazione, En Marche!, dovrà impegnarsi a fondo per ottenere la necessaria maggioranza nell’Assemblea per evitare un governo di ‘coabitazione’, con un Primo Ministro o ‘Premier’, che esercita la principale autorità esecutiva, del partito di opposizione che potrà beatamente ignorare il programma del Presidente.
Per quanto riguarda gli investimenti, rimane fondamentale mantenere l’attenzione centrata sui fatti. Il contesto economico in Francia è migliorato molto negli ultimi anni, così come nel resto dell’area Euro. Questo è risultato evidente non solo dalla crescita positiva e della diminuzione dei tassi di disoccupazione, ma anche più di recente nei decisi rialzi a cui abbiamo assistito nei primi mesi del 2017, dopo risultati trimestrali e fatturati superiori alle aspettative dei mercati. Questo suggerisce che l’azionario dell’area Euro, oggi con un pricing interessante, potrebbe portare rendimenti considerevoli da qui in avanti. Una battuta d’arresto nella narrativa relativa alla ‘frammentazione dell’Euro’ dovrebbe incoraggiare gli investitori a focalizzarsi di più sul miglioramento dei fondamentali nella regione. Per quanto riguarda il reddito fisso, i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona, come ad esempio il Portogallo, dovrebbero avvantaggiarsi della riduzione dell’instabilità politica.”