La Francia non ha alcun piano per interrompere le forniture di elettricità all’Italia. Lo ha confermato il ministero francese della Transizione energetica, tagliando corto sui rumor secondo i quali Parigi starebbe valutando uno stop di due anni e in una nota citata dall‘agenzia Bloomberg, ha confermato “l’impegno alla solidarietà reciproca sul gas e l’elettricità con tutti i nostri vicini europei”. Nella nota si sottolinea anche che “interconnessioni elettriche pienamente funzionanti sono una priorità per la sicurezza collettiva delle forniture”.
La notizia su su un possibile stop temporaneo di 2 anni delle forniture all’Italia di elettricità che rappresentano circa il 5% del fabbisogno nazionale era stata anticipata da Repubblica, che aveva citato una nota diramata da Edf, il colosso dell’energia elettrica francese, ai gestori della rete italiana e al ministero della Transizione ecologica.
Dal Mite, aveva scritto il quotidiano, confermano che “la comunicazione è stata ricevuta” e che “il problema era già noto da mesi, e benché sia un’eventualità che non è detto si realizzi, i tecnici del ministero sono al lavoro su tutti gli scenari”.
Il peso della Francia tra i fornitori
L’eventuale stop all’importazione di energia francese potrebbe avere conseguenze “negative” sulla stabilità della rete e sul mix di approvvigionamenti. L’Italia è il Paese europeo con la maggiore dipendenza dall’estero per l’elettricità, con importazioni nette per 22 TWh nei primi sei mesi di quest’anno, secondo un recente studio di EnAppSys: nostro maggiore fornitore è stata la Svizzera con 9,7 TWh seguito dalla Francia da cui abbiamo importato 6,7 TWh.
Tutto questo avviene mentre il colosso energetico francese Edf, ormai prossimo alla completa nazionalizzazione, è notoriamente in gravi difficoltà finanziarie e operative: metà della sua flotta di reattori nucleari è in riparazione, problema che da mesi contribuisce a esasperare i rincari dell’elettricità in tutta Europa.
Ma quanta energia serve all’Italia? Nella relazione del Mite di luglio “La situazione energetica nazionale nel 2021” emerge che l’Italia ha avuto bisogno di 317,6 terawattora (TWh) per mettersi in moto, il 5,5% in più dell’anno 2020 caratterizzato dai lockdown e solo poco sotto i livelli pre-pandemia (-0,6% rispetto al 2019).