Economia

Franco conferma Pil 2021 a +6%: “crescita irripetibile”

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A meno di una ripresa della pandemia, l’economia italiana chiuderà il 2021 con un Pil in crescita del 6%. Sono le stile comunicate oggi dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione alle Commissioni Bilancio sulla Nadef, che anticipa un aumento del Pil del terzo trimestre del 2,2% che si aggiunge al +4,7% di crescita acquisito al secondo trimestre. “Il 6% è irripetibile ma tassi di crescita più alti degli scorsi decenni è quello a cui dobbiamo puntare per gli anni 2023, 24, 25, 26”, sottolinea il ministro.

Il recupero, parola del ministro, è stato “sospinto dall’aumento della produzione industriale di circa l’1% e soprattutto l’andamento settore dei servizi, con un aumento dei consumi molto sostenuto già nel secondo e pensiamo anche nel terzo trimestre. Assumiamo che non vi siano restrizioni nuove – ha ribadito – e riteniamo che questo sia lo scenario più probabile, una ripresa della pandemia metterebbe a rischio questi dati”.

Buone notizie anche sul fronte del rapporto debito/Pil nel 2021 che, dopo aver raggiunto il picco nel 2020, sarà inferiore di circa 2 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

“Dobbiamo invertire la secolare stagnazione” dell’economia, il Pnrr “può essere di grande aiuto, ma tutte le politiche devono essere mirate in quella direzione” è l’appello del responsabile del Mef. “Quest’anno e l’anno prossimo avremo un recupero molto rapido. Ma il test vero non è quanto cresciamo quest’anno o il prossimo ma gli anni successivi”, sottolinea, spiegando che i tassi occupazione sono in Italia più bassi di Francia e Germania e gli aumenti di produttività sono stati inferiori per un quarto di secolo.

Nel breve periodo, oltre alla pandemia, altro fattore di incertezza sulla ripresa è rappresentato dal’aumento del costo dell’energia e il suo peso sull’inflazione: “è uno degli elementi di incertezza più importanti” che grava sulla ripresa, spiega Franco. I previsori, aggiunge, parlano di “un fenomeno in parte temporaneo” e i mercati si aspettano una riduzione “dopo i picchi invernali”. Tuttavia, “il tema va monitorato e bisogna valutare se a livello nazionale o europeo ci siano modi per attenuare” l’impatto.

Superbonus troppo caro, non sostenibile nel lungo periodo

Parlando invece degli strumenti adottati dal governo per far ripartire l’economia, affossata dalla crisi pandemica, il ministro ha detto che “il superbonus e gli altri bonus edilizi sono molto importanti per far ripartire il settore delle costruzioni, quindi nella legge di bilancio stiamo valutando in che modo possano e debbano essere prorogati”, ma “dobbiamo ricordare che sono uno strumento molto costoso“, “non sostenibile alla lunga”.

Le costruzioni “sono un settore che va sostenuto, avendo a mente che non può crescere a dismisura e che questi interventi fanno onore per la finanza pubblica. Se ciascun italiano fa domanda, per 30 milioni di unità immobiliari l’effetto sui conti e sul debito è stratosferico”.

Capitolo a parte per le pensioni, una questione aperta che affronteremo nella legge di bilancio. la Nadef non è una lista esaustiva”. afferma Franco rispondendo a chi gli chiedeva perché non vi fosse la questione delle pensioni nella Nadef.

Una conferma infine sulla riduzione del carico fiscale: nel triennio 2022-2024 ci sono margini per intervenire sugli ammortizzatori sociali e “avviare un processo di alleggerimento del carico fiscale”.