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Ft striglia le banche italiane: troppi dividendi, avete bisogno di capitale

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Roma – Il tonfo che Ubi Banca,ha registrato ieri, pari all’11%, ha fatto tornare lo spettro della necessità delle banche italiane di aumentare i livelli di capitale, al fine di soddisfare i requisiti che sono stati decisi con Basilea III. Oggi gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo, con Banca Popolare di Milano, che ha annunciato la decisione di non procedere a tale operazione.

Tuttavia il problema esiste, tanto che, secondo Keefe, Bruyette & Woods, il sistema bancario italiano batte solo il Portogallo per quanto concerne il capital ratio rappresentato dal Tier 1. E si sa, le banche portoghesi non se la passano di certo bene in questo periodo. E lo stesso Financial Times oggi ha ricordato che il livello del 7% del Core Tier 1 ratio stabilito da Basilea 3 non è un target, ma il livello minimo richiesto. Il quotidiano britannico ha anche rimproverato il sistema finanziario italiano, affermando che, invece di concentrarsi sulla necessità di ricapitalizzare, stanno puntando troppo sui dividendi. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, il Financial Times nella sua Lex Column ritiene che Passando in rassegna i valori dichiarati dai vari istituti, il Ft conclude che “solo Mediobanca (11,1%) è in buona forma”. Insomma, gli investitori non dovrebbero secondo il quotidiano essere scioccati dalla decisione di Ubi Banca, ma dire “Brava!”.

Secondo riporta Reuters, il Tier 1 capital ratio si è attestato nel 2010 al 9,1% del totale degli asset a rischio, in rialzo rispetto al 6,7% del 2008, ma a un livello inferiore di più del 2% rispetto alla media del settore. La stampa italiana ha riportato le dichiarazioni del ministro dell’economia Giulio Tremonti, secondo cui le banche italiane dovrebbero avere un Core Tier di almeno il 10%.

Domenico Santoro, analista di Nomura, ha dichiarato in una nota che, dopo l’aumento di capitale da parte di Ubi Banca “ci sarà probabilmente sul mercato una pressione sulle piccole banche italiane”. In generale, “noi segnaliamo Mps, ma la speculazione andrà a colpire anche le banche popolari”. Riguardo alle big del settore, come Unicredit e Intesa San Paolo, secondo Santoro esiste meno la necessità di aumentare il capitale, “sebbene la soglia richiesta di capitale sta aumentando”. Inoltre, scrive Euronews, le attese sono per un aumento di capitale anche per Unicredit e Intesa SanPaolo, soprattutto se le autorità di regolamentazione dovessero reputarle “istituti finanziari importanti dal punto di vista sistemico”.

Lo stesso governatore di Bankitalia Mario Draghi aveva affermato che il processo di aumento di capitale si sarebbe confermato inevitabile. Si aspetta adesso il turno di Monte dei Paschi di Siena, che ha già confermato l’impegno ad aumentare i livelli di capitale, sebbene non abbia dato finora alcuna precisazione.