Tornano le voci su un possibile matrimonio Unicredit – Société Générale. È quanto scrive il Financial Times, secondo cui il numero uno della banca italiana, Jean Pierre Mustier, francese ed ex SocGen, sarebbe al lavoro sull’ipotesi da mesi.
Per il quotidiano inglese, l’ipotesi di una fusione potrebbe essere già stata pensata al momento dell’aumento di capitale di Unicredit da 14 miliardi portato a termine nel corso del 2017. Tuttavia – secondo quanto riportato dal giornale finanziario – le discussioni potrebbero trovare ostacoli negli assetti italiani emersi dalle elezioni politiche del 4 marzo.
Anche SocGen, seconda banca francese e con Lorenzo Bini Smaghi alla presidenza del board, non sarebbe pronta per almeno un altro anno, osserva l’Ft. Un’accelerazione potrebbe però arrivare dalla notizia diffusa oggi secondo la quale SocGen ha raggiunto un accordo di principio con la Giustizia americana e francese per chiudere due inchieste: una legata al dossier Libor e l’altra sul fondo sovrano libico. Gli accordi “devono essere approvati e sono stati sottoposti alle giurisdizioni francese e americana che si esprimeranno il 4 e 5 giugno, rispettivamente”, ha indicato la banca in una nota.
Tornando a Unicredit, proprio nella fase di ricapitalizzazione, Mustier aveva spiegato che uno degli obiettivi dell’operazione era portare Unicredit ad una capitalizzazione più alta di quella di Société Générale, sorpasso che si è verificato venerdì scorso alla chiusura dei mercati quando l’istituto italiano valeva 33 miliardi contro i 32 dei francesi. In caso di fusione, quindi si tratterebbe di un matrimonio tra pari.
Il consolidamento nel credito europeo poggia sull’erosione dei margini con tassi d’interessi ai minimi e sulla necessità di creare campioni di dimensioni pari ai player americani.
Per ora, intanto, Unicredit non ha commentato le indiscrezioni rilevando che il piano industriale attuale è basato sulla crescita organica, mentre SocGen ha smentito colloqui con Unicredit sulla potenziale combinazione.
Alla Borsa di Milano le Unicredit hanno aperto a +3,7% toccando un massimo a 15,29 euro e ora salgono del 3%. A Parigi SocGen sale del 2,44%.
Per gli analisti di Mediobanca Securities, i due gruppi non sembrano pronti per una operazione di questo tipo e inoltre è probabile che gli azionisti dell’istituto italiano vogliano ottenere un ritorno in tempi non troppo lunghi visto il capitale in eccesso: alla luce della situazione italiana incerta, delle regole europee da completare in materia bancaria e del percorso stesso di Unicredit “riteniamo che l’operazione non sia né desiderabile né apportatrice di benefici per il titolo”.
Sulla stessa linea Equita Sim: “Restiamo convinti che, fino all’effettiva introduzione di un sistema di garanzia unica a livello europeo sui depositi, i merger cross border restino opzioni molto difficili da realizzare”. Per la casa di investimento italiana, il primo elemento di perplessita’ e’ legato alle sinergie alla luce delle scarse sovrapposizioni territoriali: “i deal cross border solitamente generano limitate sinergie da costo specie in caso di assenza di sovrapposizione territoriale nei mercati core, eventuali risparmi si possono generare solo in alcuni business (corporate)”.