ROMA (WSI) – I prezzi insistono sulla media mobile di supporto e probabilmente presto riusciranno in una rottura definitiva che allungherà i tempi di questo declino per almeno un mese. Questo perché le condizioni di domanda e offerta sono ancora ribassiste (offerta superiore alla domanda).
Nonostante dall’inizio di marzo i volumi si siano ridotti a causa di Tobin Tax e sfiducia nei confronti della governabilità del Paese, questi si dimostrano ancora in crescita sulle svolte ribassiste intraday, lasciando spazio alla speculazione, ma anche al declino dei prezzi.
Il ciclo dell’oro sembra essere giunto al termine e avrebbe davanti a sé decenni di ribassi. Ciò sarebbe dovuto all’alternarsi dei cicli di carta e oro.
In sostanza, quando c’è un’eccessiva produzione di carta si passa all’investimento aurifero per proteggersi dall’inflazione monetaria, come negli anni Settanta, quando l’inflazione italiana galoppava intorno al 20% (e gli altri Paesi non stavano meglio).
Stessa cosa accadde negli anni Duemila, con la FED che stampava per risolvere le frequenti crisi economiche, creando inflazione monetaria-finanziaria-immobiliare.
L’unico modo per difendersi da quell’eccesso di carta prodotta dalle banche centrali era comprare oro. Ma oggi siamo all’estremo opposto, l’eccessivo approvvigionamento di oro di questi ultimi anni e una riduzione della produzione di carta sta facendo strada a una lunga fase ribassista per l’oro.
E questa segnerà anche una liberazione dall’impazzimento finanziario di questi ultimi dieci anni, con un auspicabile ritorno all’economia reale e alla produzione di beni e servizi utili al benessere dei clienti.[ARTICLEIMAGE]
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