Milano – In attesa dell’avvio delle contrattazioni a Wall Street, anche l’azionario europeo fa dietrofront, con alcuni listini che virano ora in listino negativo. La borsa peggiore si conferma però Piazza Affari, che lascia sul terreno lo 0,60%, scontando alcuni dati economici negativi che sono stati diffusi durante la giornata. Si parla inoltre anche di dimissioni di Tremonti e questa indiscrezione soprattutto allarma gli investitori. Nessun aiuto arriva poi dalle aste dei Btp, che hanno avuto come esito quello di vedere i rendimenti decennali avvicinarsi sempre più alla soglia del 5%, che era stata testata tra l’altro ieri nel mercato fuori aste.
Intervistato da Class Cnbc, Marco Valli, di Unicredit Markets, parla di preoccupazioni che riguardano la manovra del governo italiano, in particolare le tensioni in atto nella maggioranza, e spiega così il calo del Ftse Mib. Di fatto, è in gioco la credibilità dell’Italia come paese. “Le dimissioni di Tremonti, che per ora sono ipotesi che circolano, porterebbero tutti a pensare che manca nel governo una linea di fondo. Il mercato potrebbe essere però rassicurato dopo se al posto di Tremonti arrivasse Lorenzo Bini Smaghi (che comunque vuole anch’egli i tagli alle spese).
Tornando alle altre borse europee, Londra sale ora di appena lo 0,21%, Francoforte è in rosso dello 0,25%, Parigi fa +0,54% e Madrid cede lo 0,40%. Negativa anche la performance dei futures americani. (vedi quotazioni a fondo pagina). Tra i dati provenienti dagli Stati Uniti, oggi l’attenzione sarà rivolta soprattutto all’indice della fiducia dei consumatori, in calendario alle 16 ora italiana.
In generale, si continua a guardare alla Grecia, visto che il Parlamento si prepara a esprimersi sulle misure di austerity proposte dall’esecutivo.
L’Italia rimane altra osservata speciale, complici gli altri vari rumor che continuano a sussegguirsi sui mercati: ieri si è parlato di un possibile dowmgrade di Fitch. Grande attenzione all’asta dei Btp in calendario nella giornata di oggi, dopo l’esito di ieri.
E’ stato proprio il Wall Street Journal a riportare nella giornata di ieri le dichiarazioni di Padhraic Garvey, strategist di ING, secondo cui Fitch “potrebbe essere la prossima (agenzia) a sferrare un pugno contro l’Italia”, e potrebbe decidere anche “di agire direttamente con un downgrade”.
La dichiarazione di Garvey è arrivata dopo l’esito dell’asta italiana che, sebbene sia stata caratterizzata da una buona domanda da parte degli investitori, ha visto salire in modo notevole i costi di finanziamento del debito. I timori hanno portato ieri i rendimenti decennali a salire fino al 5%.
Sempre a proposito dell’Italia, occhio all’articolo delFinancial Times sul rischio relativo alla stabilità finanziaria.
Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio recuperano e salgono a $90,50 al barile.
Sul fronte valutario l’euro tenta la ripresa e riesce a superare la soglia degli $1,43, per poi scendere tuttavia al di sotto di tale quota.
Tornando a Piazza Affari, non ce la fanno le banche a intraprendere il tentativo di recupero della mattinata. Vendite soprattutto su Mps, che cede il 4,8%; Banca Popolare di Milano (-2,77%), Banco Popolare (-3,54%), Unicredit (-2,04%), e Ubi Banca (-1,63%). Male tra i titoli anche di nuovo Fondiaria Sai, dopo il forte calo successivo alla giornata di ieri e provocato dal via all’operazione di aumento di capitale a forte sconto. Il titolo perde il 3,51%. Tra i titoli positivi in un listino ora quasi tutto tinto di rosso, in evidenza soprattutto Campari (+1,30%) ed Exor (+0,15%).
Intanto alle 12.30 (le 6.30 ora di New York) il future sull’indice S&P500 scende di 2,40 punti, attestandosi a quota 1.273,90.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in ribasso di 3,5 punti, a 2.245,50.
Il contratto sull’indice Dow Jones arretra di 16 punti a 11.974.