NEW YORK (WSI) – Gli investitori e i grandi stati e player istituzionali non ne vogliono più sapere di detenere bond. La quota di Treasuries in mano alla Federal Reserve e agli altri grandi possessori di titoli americani del reddito fisso, come Cina e Arabia Saudita, stanno svendendo le obbligazioni statunitensi.
Un mese fa la somma di bond Usa detenuti dalla banca centrale ha subito una variazione negativa di 22 miliardi di dollari in una settimana, una delle perdite più intense da gennaio 2015. Un mese dopo, la cifra di Treasuries custoditi nei forzieri della Fed è calata altrettanto sensibilmente, di $14 miliardi su base settimanale: ora si attesta a 2.788 miliardi di dollari, i nuovi minimi dal 2012.
Intanto in Giappone la banca centrale ha di fatto ammesso di aver perso il controllo del mercato obbligazionario. La corsa dei rendimenti dei bond governativi vista negli ultimi tempi era un chiaro segnale delle difficoltà di Haruhiko Kuroda, governatore dell’istituto centrale nipponico. I tassi a breve scadenza sono saliti sopra gli obiettivi della Bank of Japan, mentre il rendimento decennale si è issato sopra i livelli dello zero impostati dalle politiche monetarie.
Nella notte Kuroda è andato nel panico, ricorrendo a una mossa della disperazione. Il banchiere ha annunciato il varo di un’operazione di acquisto illimitata di bond: è la prima mai varata di questo tipo. In pratica finché le vendite non si placano le autorità garantiscono su tutte le tipologie di bond a breve scadenza offerte sul mercato a un tasso in linea con quello consigliato.
Bond, Kuroda lancia avvertimento ai mercati
I rendimenti dei bond giapponesi, così come nel resto del mondo, hanno iniziato a salire dopo l’elezione contro pronostico di Donald Trump alla presidenza Usa. Il mercato scommette che le politiche espansive in fatto di investimenti pubblici e le riduzioni delle tasse finiranno per portare a una reflazione. Gli investitori stanno quindi cedendo bond a piene mani, sancendo la fine della fase trentennale di mercato obbligazionario rialzista.
La Banca del Giappone, che si è impegnata a tenere bassi i tassi di interesse, ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di stare ferma con le mani in mano a guardare la sua strategia monetaria andare in rovina. I rendimenti dei bond giapponesi stanno crescendo progressivamente e parallelamente al balzo dei Treasuries Usa. Il trentennale americano ha superato il 3% alla fine della settimana scorsa. Penalizzati sono anche i titoli europei a lunga scadenza.
La banca del Giappone comprerà un ammontare illimitato di bond a cinque anni al rendimento negativo del -0,04% e di titoli a due anni al tasso del -0,09%, utilizzando un metodo che la banca ha già reso pubblico a settembre e che serve a controllare l’andamento della curva dei rendimenti e non solo quello degli interessi a breve termine.
La risposta dei mercati non si è fatta attendere: il rendimento sul bond giapponese a cinque anni è sceso a -0,095% dal -0,065% precedente. Il due anni ha visto i tassi scivolare di quattro punti base al -0,15%. Il future sul bond decennale è aumentato di 0,40 punti dopo l’annuncio dell’operazione straordinaria. È il guadagno più ampio da quando la Banca del Giappone ha avviato le sue politiche di controllo della curva dei rendimenti.
La banca centrale in pratica si è offerta di comprare rendimenti superiori ai livelli di mercato. L’obiettivo è quello di contenere il rialzo dei tassi più che a spingerli al ribasso”, fa notare Naoya Oshikubo, strategist di Barclays.