ROMA (WSI) – Delle banche italiane si parla ormai quasi ogni giorno, soprattutto dopo l’accordo tra l’Italia e l’Ue sulla bad bank, che non solo non ha riportato la calma sui mercati, ma ha alimentato nuovi timori. La stessa Moody’s ha detto chiaramente che, se è vero che “lo schema della bad bank aiuterà le banche a ripulire i bilanci, attrarre nuovi capitali e tornare a finanziare l’economia” reale, dall’altro lato le stesse banche dovranno imputare a bilancio perdite non contabilizzate in precedenza.
Detto questo, la situazione non è proprio ottimale per il settore, e non solo made in Italy. Tanto che il Wall Street Journal lo dice chiaramente in un articolo: “gli investitori stanno diventando sempre più prudenti nei confronti dei titoli bancari”.
Un fenomeno particolare è forse passato inosservato nella sessione di ieri. Forti sono stati gli acquisti da parte degli investitori di opzioni put sui titoli bancari (contratti di opzione attraverso cui il contraente decide di vendere un determinato asset a una scadenza e prezzo determinati).
Il balzo degli acquisti di put ha decisamente sorpassato gli acquisti di call (opzioni per acquistare asset a scadenza e prezzo determinati), tanto che il ratio put/call del Financial Select Sector ETF si è attestato nelle contrattazioni del primo pomeriggio a Wall Street, a quota 3,1: un valore, fa notare il WSJ sulla base dei numeri di Trade Alert, decisamente superiore alla media degli ultimi 22 giorni, pari a 2,43.
A essere acquistate soprattutto le put che proteggono contro un eventuale crash -33% del titolo, che è scambiato anche sulla Borsa Usa, di Deutsche Bank, entro il mese di aprile, tanto che gli analisti presso Susquehanna Financial Group hanno definito il trading delle opzioni su Deutsche Bank, come “acquisti di put contro un crash”.
Oggetto di acquisto sono state anche le protezioni put a più lungo termine per tutelarsi dal rischio di vendite su Citigroup. Gli analisti di Susquehanna hanno aggiunto che ci sono stati anche acquisti di opzioni call su Bank of America e Morgan Stanley.
In ogni caso Steve Sosnick, trader sulle opzioni presso Timber Hill, la divisione di market making di Interactive, ha riferito al Wall Street Journal che le domande per i contratti put sono iniziate martedì:
“Sono rimasto un po’ stupito nel vedere quanto alta fosse la domanda”. Sosnick ha aggiunto che gli investitori hanno acquistato put di breve termine “in modo molto aggressivo”.
Per le banche europee in particolare, oltre al problema dei crediti in sofferenza, un grave pericolo è rappresentato sicuramente dalla Cina e dall’esposizione a questo mercato.
“Le principali banche europee sono esposte in maniera significativa alla Cina e se c’è un processo di deleveraging nel pese, dopo anni di indebitamenti facili per finanziarsi, allora ‘l’impatto sarà senza dubbio globale’, come ha scritto New Europe.
Si parla di banche europee di primo piano, come HSBC e Deutsche Bank, per esempio. Il grafico dell’andamento del titolo in Borsa deve preoccupare.
Ma l’immagine che dovrebbe rimanere bene in testa agli investitori e ai broker è sopratutto quella che mostra l’andamento dei Cds, i credit default swap, ovvero i contratti per assicurarsi contro un eventuale default.
Qualcuno va più in là e si chiede se non sia il caso di andare nel panico su Deutsche Bank, soprattutto se si considera che secondo Citi il colosso bancario potrebbe aver bisogno di un aumento di capitale fino a 7 miliardi di euro.