Nell’ultimo trimestre del 2018 le ragioni del ribasso dei mercati erano principalmente ascrivibili a una divergenza fra le esigenze di politica monetaria, e un giudizio pessimista degli investitori sulle possibili conseguenze di un restringimento. E’ questa la diagnosi dello strategist di Kairos, Alessandro Fugnoli, che, allo stesso tempo, vede nella “riconciliazione con le banche centrali” la ragione del “grande recupero” sui mercati a inizio 2019.
“Riconciliazione”, nel senso di una presa d’atto, da parte delle banche centrali, delle possibili conseguenze di un atteggiamento troppo duro. Se l’economia rischia di indebolirsi, infatti, un contemporaneo restringimento della politica monetaria potrebbe rafforzare tale tendenza, in senso negativo. In altre parole, una volta affievolita la determinazione dei banchieri centrali nel proseguire il processo di normalizzazione delle politiche monetarie, gli investitori hanno ritrovato fiducia. Anche questi ultimi “hanno riconosciuto”, da parte loro, “che non ci sono rischi di recessione globale”. Di questa eventualità, al contrario, si era ampiamente parlato negli ultimi mesi del 2018.
Il rallentamento economico, se parliamo dell’Europa, sembra una realtà particolarmente concreta; ma secondo Fugnoli gli Stati Uniti, “perno dell’economia globale” sono ancora in buona salute.
“La riconciliazione di cui abbiamo parlato darà un forte sostegno ai mercati nel prossimo trimestre e anche più in là”, in più i rischi politici attualmente in campo vedranno una soluzione già nelle prossime settimane. Ci si riferisce alla Brexit, che dovrebbe andare verso una soluzione morbida, secondo Fugnoli, e alla disputa commerciale fra Cina e Stati Uniti. La guerra dei dazi sulle auto europee esportate negli Usa, quale che sia l’esito dei negoziati, “non dovrebbe avere una portata globale”. Andranno monitorati, suggerisce l’analista, l’andamento degli utili aziendali in relazione con l’aumento dei costi, a partire da salari e costi di finanziamento.