MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in progresso di mezzo punto percentuale circa una sessione volatile. Ostaggio del petrolio, ma anche di Wall Street, l’azionario ha fatto fatica a trovare la strada dei rialzi fino allo sprint finale. Il Ftse Mib ha pian piano ridotto le perdite nel pomeriggio sulla scia del miglioramento del sentiment sull’azionario Usa. Un aiuto lo hanno offerto in Europa i settori auto, materie prime e turismo, che hanno compensato i cali del comparto energetico.
A pesare nelle prime battute è stato il crollo delle quotazioni del greggio, sulla scia del meeting di ieri a Doha, che si è tradotto in un flop. I partecipanti, produttori di petrolio dei paesi sia Opec che non Opec, non sono riusciti a trovare un accordo per congelare la produzione. Il contratto WTI scambiato a New York è crollato fino a -7%, prima di ridurre le perdite, così come nel caso del Brent. Le flessioni sono rimaste tuttavia nell’ordine -3%, con i futures Usa sul filo di $39, e il Brent attorno a $42 al barile. Oro ingessato attorno a $1.233 l’oncia.
L’azionario europeo ha resistito alle vendite anche grazie al comparto dei titoli del settore viaggi e compagnie aeree, che ha registrato la performance migliore sull’indice di riferimento Stoxx Europe 600. In particolare, Berenberg Bank ha rivisto al rialzo il rating sul titolo TUI da “hold” a “buy”, affermando che la recente performance peggiore dei mercati dei titoli dei tour operator sarebbe terminata. Acquisti anche sul settore auto. I titoli petroliferi ed energetici sono stati i peggiori della sessione odierna, come indica il grafico.
Ma l’azionario europeo ha ricevuto una buona spinta anche dai titoli bancari, in modo particolare delle banche italiane, dopo il debutto del fondo Atlante, creato per gestire le operazioni di aumento di capitale e il problema dei crediti deteriorati. Il fondo privato genera ancora diversi dubbi tra gli analisti, soprattuto vista la montagna di sofferenze lorde da smaltire (pari a quasi 200 miliardi di euro), ma il veicolo ideato dal governo sembra aver alla fine convinto i mercati finanziari.
Tra le banche scambiate sul Ftse Mib, molto bene soprattutto MPS e Ubi Banca, mentre ha sofferto Unicredit.
La settimana di contrattazioni è iniziata con le forti perdite che si sono abbattute sulla Borsa di Tokyo, che ha visto l’indice Nikkei 225 scivolare di oltre -3%, sulla scia di diversi fattori, tra cui il crollo dei prezzi del greggio, ma anche il balzo dello yen, che si è avvicinato nei confronti del dollaro al massimo in 17 mesi, dopo che i ministri delle finanze del G20 hanno indicato la loro contrarietà a manovre del Giappone tese a frenare l’apprezzamento della valuta. Tra l’altro, aumentano le speculazioni sullo yen, con gli speculatori che scommettono che la valuta giapponese continuerà a salire ancora, dopo essere balzata +11% dall’inizio del 2016.
Oltre a pagare i fattori market mover negativi, Tokyo ha dovuto fare i conti con la serie di terremoti che si sono abbattuti nel sud del Giappone, e che hanno fatto salire il bilancio a 42 morti.
Diverse aziende sono state costrette a chiudere i loro impianti nelle aree colpite dal sisma. Le quotazioni del colosso Toyota sono crollate -4,5%, al ritmo più forte in due mesi, dopo che il produttore di auto ha reso noto che nel corso del trimestre attuale, i profitti potrebbero essere ridotti di 30 miliardi di yen, l’equivalente di $278 milioni, per effetto dei terremoti che hanno colpito il paese.
Vendite anche sull’azionario asiatico in generale,con Shanghai che ha chiuso in calo -1,43%.
Sul valutario, hanno sofferto soprattutto le commodity currencies, ovvero le valute di quei paesi fortemente dipendenti dall’andamento dei prezzi del petrolio. Il rublo è stato tra i più penalizzati, cedendo fino a -3% circa nei confronti del dollaro, e mettendo sotto pressione la Borsa di Mosca. Al nulla di fatto di Doha è seguito anche il forte calo del dollaro canadese, il loonie, che nei confronti del dollaro Usa ha perso oltre -1%, soffrendo la flessione più forte in quattro settimane. Altri rapporti di cambio: euro/dollaro in rialzo, riconquista la soglia di $1,13 il dollaro piatto sullo yen, si riavvicina a JPY 109 circa.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund è sceso sotto 120 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali in lieve calo all’1,33% e tassi sui Bund tedeschi a 10 anni in rialzo di quasi +10%, allo 0,15%.
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