MILANO (WSI) – È un altro giorno storico per l’Eurozona. Subito dopo che Mario Draghi ha annunciato nuove misure straordinarie e abbassato tutti i tassi possibili, i mercati hanno brindato alla strategia sorprendente che è stata annunciata dalla Bce, i cui dettagli sono stati spiegati dal suo numero uno durante la consueta conferenza stampa successiva alla riunione di politica monetaria.
Ma l’idea che quella appena annunciata sia l’ultima riduzione del costo del denaro ha lasciato con l’amaro in bocca alcuni e i ribassisti si sono rifatti sotto sul finale, impedendo al listino Ftse MIB – che aveva giovato di un balzo di anche il +4% delle banche a un certo punto – di chiudere in bellezza (-0,5% a 18.118,23 punti). Le Borse europee, che avevano toccato punte al rialzo del 2-3%, hanno perso l’1% (Eurostoxx 600).
Il piano di Quantitative Easing è stato esteso e potenziato; oltre ad acquistare i bond governativi, la Bce comprerà infatti anche bond aziendali, ovvero le obbligazioni che sono emesse dalla società (ma non quelle finanziarie) per un valore di 80 miliardi di euro al mese, 20 miliardi di euro in più rispetto ai $60 miliardi precedenti. Il programma durerà almeno fino a marzo 2017. Con l’aggiunta del secondo piano di TLTRO, la manovra sale a 2.200 miliardi di euro nel suo complesso.
Ma le novità non finiscono qui, dal momento che Draghi ha tagliato sia i tassi sui depositi – di 10 punti base, da -0,30% a -0,40% – sia i tassi di riferimento, che sono stati portati allo zero. Immediata la reazione sul valutario, con l’euro che ha accelerato al ribasso cedendo anche il -1,5%, scivolando sotto la soglia di $1,09, a $1,0866.
La moneta unica ha però poi recuperato tutte le perdite riportandosi sopra 1,11 dollari quando Draghi ha precisato che non anticipa ulteriori tagli dei tassi, anche se il costo del denaro rimarrà “basso o molto basso” anche dopo la fine del programma straordinario di QE. Non va dimenticato che il mercato scontava già nei prezzi ancora un decennio di tassi bassi o zero.
Sul Ftse Mib pesa la perdita di slancio del settore bancario. Rimane comunque da segnalare il rally di alcuni titoli bancari, come Unicredit il cui titolo è anche vola oltre +9% prima di chiudere a +2,32%. Pop Milano ha guadagnato il +4,91%.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio restano fiacchi, con il WTI che fa appena un timido tentativo rialzista, sopra $38 e il Brent che scende pur mantenendosi sopra i $40 al barile. Oro in flessione o piatto per tutta la seduta, vale circa 1.246 dollari l’oncia.
La mossa di Draghi ha avuto un effetto immediato anche sul mercato dei debiti sovrani dell’Eurozona. Lo spread BTP-Bund scende di più del 7% attestandosi a 107 punti circa, a fronte di tassi sui BTP decennali che crollano quasi -11% all’1,25% e i tassi sui Bund tedeschi che precipitano oltre -27%, allo 0,1759%. I bonos spagnoli guadagnano anche1 16 punti base. Gran balzo anche per i titoli portoghesi e degli altri paesi meno virtuosi dell’area euro.
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